Men from Bangladesh, who used to work in Libya and fled the unrest in the country, wait in line for food in a refugee camp at the Tunisia-Libyan border, in Ras Ajdir, Tunisia, Monday, March 7, 2011. The 20,000-capacity transit camp for thousands of migrant workers who have fled the fighting in Libya in the past two weeks is about seven kilometers (four miles) from the Libyan border and is expanding with each day of crisis in Libya. (AP Photo/Lefteris Pitarakis)
Si ragiona sull’ipotesi Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) nel Miranese Nord per ospitare gli immigrati. Ma i Comuni sono già divisi tra chi è favorevole (Martellago) e chi contrario (Noale e Scorzè). Ma andiamo con ordine. A inizio anno c’è stato il cambio della guardia alla Prefettura di Venezia, con il saluto di Domenico Cuttaia e l’arrivo di Carlo Boffi. Quest’ultimo ha fatto il giro dei territori un po’ per conoscere i sindaci, le singole realtà, ma anche per discutere dell’emergenza di questi ultimi mesi: gli immigrati. Ci sono dei comuni dove il numero di ospitanti e più alto rispetto ad altri, e Boffi sta cercando di capire se vi siano i margini per trovare un equilibrio. Si sta pensando a una ipotesi Sprar, e a Martellago questo termine non è nuovo, perché se n’è parlato in uno degli ultimi consigli dello scorso anno. Si tratta di una rete di centri di “seconda accoglienza”, destinata ai richiedenti e ai titolari di protezione internazionale. Non comporta a un’assistenza immediata delle persone che arrivano sul territorio italiano, ma all’integrazione sociale ed economica. I Comuni interessati partecipano a un bando del ministero dell’Interno presentando un progetto, che poi dovrà essere vagliato. E l’unico ad aprire la porta è Martellago; il suo sindaco Monica Barbiero ha ripetuto quando già detto nella seduta del parlamentino locale. “Da parte nostra si può ragionare – spiega – qualora ci fossero degli alloggi a disposizione. Credo che sia un modo per gestire e governare gli ingressi, anche perché lo Sprar mette dei paletti con le clausole di salvaguardia”. Invece Scorzè (Giovanni Battista Mestriner) e Noale (Patrizia Andreotti) si sono dette contrari. “Intanto sinora – osserva il sindaco Patrizia Andreotti – nessuna cooperativa ha avuto la disponibilità dei privati nel trovare degli spazi e poi dovrebbe essere il Comune a doverli cercare. Dopo 3 anni di Sprar cosa succederebbe? Queste persone diventerebbero residenti del nostro comune? Poi si metterebbero in lista d’attesa per gli alloggi popolari e già facciamo fatica. Senza dimenticare che gli stranieri ora presenti sono in difficoltà, pure da un punto di vista economico”. Per Mestriner (Scorzè): “il nostro pensiero non è cambiato e continuiamo a dire di no a questo modo di operare”. Alessandro Ragazzo
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