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“Il calo demografico rivoluzionerà il mondo della scuola”

Interviene Luigi Zennaro presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Presidi

Luigi Zennaro

“La scelta sarà fra più scuole con pluriclassi o meno plessi mantenendo le classi per ogni età“

“Il calo demografico è costante da quasi una trentina d’anni. Si sente in tutte le scuole di ordine e grado del veneziano. Ora sempre più bisognerà scegliere se optare per mantenere i plessi sul territorio e quindi istituire sempre più pluriclassi (cioè classi con bambini e bambine di età differenti) oppure scegliere di accorpare i bambini in meno plessi e fornire un servizio di maggior qualità”. A dirlo è Luigi Zennaro presidente provinciale dell’Anp (Associazione Nazionale Presidi).

Zennaro fa una analisi precisa della situazione delle scuole sul territorio. “Nel veneziano - spiega - ci sono delle realtà territoriali che soffrono in maniera più forte delle altre il calo demografico. L’area sud in particolare, quella cioè di Chioggia, Cavarzere e Cona, nel corso degli anni ha sofferto non poco un lento e costante declino delle iscrizioni. L’Ufficio scolastico regionale fa fatica solitamente a concedere la formazione di classi con meno di 15 alunni, ma purtroppo con questa realtà avremo a che fare nei prossimi anni se non decenni. In altre zone dell’area metropolitana di Venezia, come certi quartieri del Comune di Venezia, Marghera ad esempio, il declino demografico è mitigato dalla presenza di tanti bambini stranieri, visto che in questi quartieri la presenza di famiglie e comunità del Bangladesh o del Nord Africa è molto numerosa”.

In calo le iscrizioni anche nelle aree della Riviera del Brenta e del Miranese (nord e sud) sia agli asili, alle medie e alle elementari. Il calo demografico si fa sentire però, fa notare Zennaro, di più in questo momento alle scuole primarie (elementari) e alle secondarie di primo grado (medie) rispetto invece ad esempio alle superiori.

“Il calo demografico però comincerà a farsi sentire alle scuole superiori già nei prossimi anni - precisa. Ora è mitigato da percentuale di scolarizzazione più alta rispetto ai decenni precedenti e dal fatto che alcune scuole superiori si contendono gli iscritti con strategie di marketing”.

Quello che però appare ineluttabile per Zennaro è la necessità di una riorganizzazione radicale della scuola sia statale che paritaria. “Anche con un numero di iscritti che scende costantemente - spiega - c’è la necessità per mantenere aperte le scuole, di avere almeno due bidelli in servizio. Ora ci si trova di fronte a due possibilità: o tenere aperte le scuole anche con pochi alunni (magari perché considerate essenziali e punto di aggregazione delle comunità), e allora si va verso la soluzione delle pluriclassi, cioè una classe con alunni di età diverse come succede spesso nelle comunità montane, o invece chiudere i plessi (e destinarli ad altri usi) e mantenere classi diverse per ogni età portandoli in un’unica (o poche) scuole anche se si trovano fuori dal paese di residenza”.

Zennaro è a favore della seconda soluzione. “Credo - conclude - che si debba puntare a mantenere classi diverse per ogni età che a mio avviso permettono una qualità dell’insegnamento più alta”.

Alessandro Abbadir

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