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Inizio scuola: cattedre vuote nel miranese, emergenza maestri e insegnanti di sostegno

Inizio d'anno nel miranese con cattedre vuote e sostegno insufficiente: tempo pieno e attività pomeridiane a rischio, migliaia di posti scoperti

Nel Miranese mancano gli insegnanti

le cattedre restano ancora vuote nel Miranese

Inizio scuola - come purtroppo appare ormai consuetudine - per i Miranese, con cattedre vuote e richieste che superano il numero di docenti disponibili. Accanto ai numeri delle nomine a tempo indeterminato, che in effetti sono in crescita, si devono infatti considerare anche i posti che ogni anno vengono messi a supplenza, circa il 20% del totale e che in parte risultano non coperti.

«Anche quest'anno - spiega Sandra Biolo, della Cisl Scuola Veneto - quei posti sono legati ai due settori in grossa difficoltà della scuola: le elementari e il sostegno, posti che per ora non sono coperti e che verranno chiamati dalle graduatorie. Se sul fronte delle nomine a tempo indeterminato ci sono sicuramente risultati positivi, dai conti mancano tutti quelli che un tempo chiamavamo supplenti annuali. Oltre a tutti i trasferimenti e le rinunce».

La carenza di insegnanti alla scuola primaria mette a rischio molte attività, a partire dal tempo pieno. Nel Miranese sono sei le scuole nelle quali si è deciso di ritardare l'inizio delle attività pomeridiane. Caso limite alla Furlan di Spinea, dove a inizio anno mancavano ben 10 maestri e 14 insegnanti di sostegno.

E proprio la carenza di insegnanti di sostegno sta per diventare il problema principale, dato che dai dati dell'anno passato le richieste di docenti di sostegno si aggirava intorno alle 8.000 unità in tutta la provincia di Venezia.

«Si continua nella direzione sbagliata, precarizzando ciò che invece dovrebbe essere reso continuativo - prosegue Biolo - mentre per i ragazzini con disabilità il punto di riferimento dell'insegnante è fondamentale. Se non aumentiamo i posti a disposizione per le abilitazioni questo dato è destinato a salire ancora e a diventare un vero problema sia per le scuole che per le famiglie coinvolte».
Massimo Tonizzo
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