Il negozio di generi alimentari del paese, aperto quattro anni fa da Patrizia Billeci, in un paese già in emorragia di attività e servizi dopo la ferita inferta dal Passante, con i suoi svincoli e dal raddoppio della ferrovia. Il coraggio di Patrizia non è bastato: la titolare, che proprio un mese e mezzo fa era stata premiata dal Comune tra i commercianti meritevoli di Mirano, ha tentato in tutti i modi di salvare l’attività, che era prima di tutto passione. Aveva messo sconti sui prodotti, tirando la cinghia, aveva saputo farsi amare anche per quell’iniziativa di regalare il pane a fine giornata alle famiglie più bisognose del paese, invece che buttarlo. Non c’è stato verso: “Tutto il mio entusiasmo, il tempo, l’amore e la professionalità si sono concentrati in questo piccolo locale - spiega la titolare - purtroppo non sono riuscita a trasmettere tutto questo e a malincuore devo chiudere. Ringrazio tutte le persone che ci hanno creduto come me e tutti i miei affezionati clienti: alcuni di loro sono diventati e si sono dimostrati dei veri amici, grazie per questa bella esperienza”. A segnare il destino di “Pane e salame” sono stati gli stessi vetreghesi: fare la spesa al supermercato è indubbiamente più conveniente per tutti, ma anche il comitato Rinascita Vetrego si era prodigato per invitare i paesani a passare, almeno qualche volta, nell’alimentari di Vetrego, per non far morire il negozio e tutto il paese. Inutile. Il minimarket ha resistito, tra difficoltà enormi, quattro anni. Ora a Patrizia non è rimasto che mettere in vendita tutto, muri, frigo, bancone e il resto dell’attrezzatura e ora la missione è cercare qualche acquirente. Ne avrebbe bisogno, perché adesso è senza lavoro e con il mutuo ancora da estinguere. Nel frattempo Vetrego resta senza un negozio e fa un altro passo verso il deserto. Dopo la scuola, chiusa da anni, non c’è più neanche un prete stabile, con la parrocchia affidata alle cure dei “don” del duomo di Mirano. “La colpa è soltanto nostra - hanno commentato due anziane sul giornalino di Vetrego - avevamo minimarket, pizzeria d’asporto, parrucchiera, tabaccheria. Tutto chiuso perché la maggior parte di noi non se ne è mai servita. Non lamentiamoci se a Vetrego non c’è nulla”. Senza negozi insomma, un pezzo di paese muore. Filippo De Gaspari
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