Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

La Svizzera rompe la neutralità “Sanzioni alla Russia”

L'annuncio del presidente della Confederazione Svizzera Ignazio Cassis:”Sanzioni economiche per la Russia

Anche la Svizzera annuncia una serie di sanzioni contro la Russia, sulla scia della UE. La notizia arriva dal presidente della Confederazione Ignazio Cassis, parlando ai microfoni del canale francese della tv pubblica e definendo «molto probabile» che lunedì la Svizzera congeli alcuni beni detenuti da cittadini russi. Si tratta di una svolta per certi versi storica: da un lato rompe la sua storica neutralità di fronte alle guerre e dall'altro copre una delle varie falle che appaiono dinnanzi la morsa finanziaria che l'Occidente ha deciso di stringere attorno a Mosca. Per preservare il proprio sistema finanziario e le storiche banche nel cuore dell’Europa politica, non era mai entrata in alcun conflitto, nemmeno la Seconda Guerra Mondiale quando aveva invece respinto circa 30’000 ebrei che cercavano riparo dal nazifascismo.

Il presidente della Svizzera vuole sanzioni verso la Russia “non indifferenti”

«Neutralità non significa indifferenza» aveva dichiarato il presidente Cassis in un messaggio alla nazione letto poche ore dopo l'attacco russo all'Ucraina. «La Russia ha violato in maniera flagrante il diritto internazionale e la sovranità di un altro Stato». Sulla stampa d’oltralpe posizioni dei partiti svizzeri divergono palesemente  sull'atteggiamento da mantenere: i Verdi e le forze di sinistra chiedono maggiore rigore, mentre L'Udc (destra nazionalista) al contrario vorrebbe preservare la neutralità del Paese.

Sanzioni contro la Russia, anche con la Svizzera non è così facile

Come ha spiegato lo storico Luciano Canfora su In Onda, “sullo sfondo del conflitto, la volontà di portare le basi militari NATO fino ai confini della Russia è l’opposto delle prospettive di pace e rispetto reciproco che si intravedevano dal Protocollo di Minsk” spiega lo storico italiano. Il problema emerge poi quando “a 30 anni dal crollo dell’Unione Sovietica, i rapporti economici si sono infittiti profondamente ed è difficile pensare di escluderli tutti dall’oggi al domani”.   Enrico Caccin
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione