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Agricoltura, quasi due quinti delle ore effettivamente lavorate annualmente dai dipendenti sono irregolari: a dirlo è Flai Cgil

Nel comparto agricolo, si riscontra la tendenza a generare “lavoro povero” ove prevalgono individui che mostrano redditi personali e familiari decisamente al di sotto del valore medio stimato in 8.300 euro annui

Nella ricca Langa piemontese, terra dei pregiati vigneti Barolo e Barbaresco, si è conclusa con 9 misure cautelari l'indagine delle forze dell'ordine che ha anche individuato 40 lavoratori vittime di sfruttamento, per lo più di provenienza africana. Loredana Sasia, Segretaria Generale FLAI CGIL Cuneo, ha chiesto l’attivazione immediata del tavolo contro lo sfruttamento del lavoro in agricoltura presso la prefettura di Cuneo. Chiosa Loredana Sasia “Dai racconti dei lavoratori che abbiamo incontrato, emerge come ci troviamo di fronte ad una situazione di intermediazione di braccianti che vengono raccolti attorno alla stazione ferroviaria di Alba o davanti al cimitero dove poi vengono riportati ogni sera; emerge l’estrema precarietà delle loro condizioni, la loro vulnerabilità, legata alla palese violazione del contratto collettivo nazionale rispetto all’orario di lavoro, alle retribuzioni, alle incongruenze tra quanto riportato nelle buste paga e prestazione effettivamente svolta; una parte di questi lavoratori non ha nemmeno una sistemazione alloggiativa e vive per strada, a volte in dormitori o in garage o in altri locali fatiscenti messi a disposizione dalle cooperative senza terra”. Secondo Avvenire, che cita anche un Rapporto dell'Osservatorio Placido Rizzotto, sono circa 1 milione gli addetti all'agricoltura, di cui “circa 230mila i lavoratori irregolari nei campi, vittime di caporali e imprenditori. Tra loro ben 55mila donne. Questo esercito di sfruttati, immigrati e italiani, raggiunge oltre un quarto dell’intera forza lavoro in agricoltura”. Solo nella baraccopoli di  Borgo Mezzanone a Manfredonia (FG) Vivono piu di mille braccianti, il baracche senza cucina ne servizi igienici. Lì e nel "Gran Ghetto" di Torretta Antonacci le autorità si sono impegnate ad intervenire con i fondi del PNNR. Secondo lo studio della FLAI “quasi due quinti delle ore effettivamente lavorate annualmente dai dipendenti agricoli sono irregolari, pari a oltre 300 milioni di ore sul totale di 820 milioni”. Nel comparto agricolo, si riscontra la tendenza a generare “lavoro povero” ove prevalgono individui che, pur avendo lavorato, mostrano redditi personali e familiari decisamente al di sotto del valore medio stimato in 8.300 euro annui. L'inverno si è  concluso in Europa e in Italia con le proteste degli agricoltori. In tutte vi era una combinazione di rivendicazioni nazionali ed europee (riforma della politica agricola comunitaria, la PAC, elaborazione del Green Deal). In Italia, alcune centinaia di agricoltori con i trattori hanno bloccato strade e autostrade per circa due settimane. Tutti i partiti politici hanno appoggiato il movimento degli agricoltori, il Governo stesso ha continuamente cercato un dialogo sostenendone una certa legittimità, non inviando le forze dell'ordine a dissolvere i blocchi e cercando di coordinarsi con le maggiori organizzazioni rappresentative per condividere eventuali soluzioni. Come in Francia, la crisi si è risolta con l'annuncio di aiuti e agevolazioni fiscali, oltre alla rimozione di alcune restrizioni sull'uso di pesticidi. Tuttavia, i dati statistici degli Istituti di statistica, non sembrano fornire un'immagine d'impoverimento del settore, perchè se è vero che negli ultimi 30 anni il settore ha visto calare del 30% i prezzi reali alla produzione, ha visto contemporaneamente raddoppiare i redditi e un forte incremento del patrimonio netto delle aziende agricole. Giulia Sciarrotta
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