L'UE richiama il governo italiano sull’uso dei fondi Pnrr per il pro-life "No norme estranee al PNRR"
Il dibattito italiano sull'aborto, che ha da tempo diviso le acque politiche, ha recentemente suscitato una controversia a livello europeo dopo che l'Unione Europea ha fatto chiarezza sui legami dei fondi Pnrr con il pro-life. Veerle Nuyts, portavoce della Commissione Europea per gli Affari Economici, ha lanciato il grido d'allarme durante il suo briefing con la stampa quotidiana. Si è distinta per aver sottolineato che l'emendamento italiano in discussione, proposto da FdI, non è in alcun modo collegato al Piano di ripresa e resilienza italiano (Pnrr). Questo emendamento controverso, approvato in commissione Bilancio e ora in procinto di andare in votazione alla Camera, mira ad introdurre organizzazioni pro-vita nei consultori.
Si accende la polemica dal centrosinistra
La reazione europea è stata tempestiva, con il segretario di +Europa, Riccarco Magi, che ha sollevato seri dubbi sull'utilizzo dei fondi del Pnrr a fini politici, definendolo un affronto alle donne, alle libertà e alla dignità. Magi ha criticato il governo per questa mossa "totalmente politica" e ha espresso preoccupazione per l'impiego "approssimativo e improprio" dei fondi europei destinati alla ripresa economica post-pandemica. Questa presa di posizione europea ha riacceso la discussione in Italia. Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, ha accusato il governo di aver agito "subdolamente e vigliaccamente" introducendo l'emendamento, definendolo uno stratagemma contro le donne e la loro dignità. Queste voci critiche convergono nel denunciare un uso distorto dei fondi Pnrr che dovrebbero servire a sostenere riforme strutturali e non a promuovere iniziative controverse come quella proposta.
Il confronto interno all'Italia: scontro politico e reazioni incrociate
Nel frattempo, sul suolo italiano, il dibattito sull'aborto ha innescato nuove divisioni tra i partiti. Le parole della Commissione Europea hanno rinfocolato le critiche verso il governo, con il segretario di +Europa che ha definito l'esecutivo un "governo degli italioti". La discussione si fa sempre più accesa mentre si avvicina la votazione alla Camera. È evidente che il tema dell'aborto, sempre carico di tensioni e sentimenti contrastanti, rischia di polarizzare ulteriormente la politica italiana, ponendo in primo piano le questioni di libertà, dignità e corretta gestione delle risorse pubbliche destinate alla ripresa economica post-pandemica. Evidentemente serve una presa di coscienza ed una mobilitazione collettiva di fronte a quello che è stato definito come "l'ennesimo attacco del governo al diritto all'aborto". Enrico Caccin
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