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Persone migranti
15.10.2024 - 16:33
Saranno trasferiti nei centri per migranti in Albania i primi 16 cittadini di origine bengalese ed egiziana intercettati su imbarcazioni minori in acque internazionali. Attualmente i migranti si trovano a bordo della nave Libra della Marina Militare italiana e giungeranno domani mattina presso le strutture di accoglienza situate a Shengjin e Gjader. Questa operazione segna il primo attuarsi del controverso accordo siglato tra il governo italiano e quello albanese, mirato a gestire, al di fuori del territorio italiano, le richieste di asilo presentate da migranti le cui possibilità di ottenere protezione internazionale sono considerate esigue.
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La misura, presentata come un "tentativo di ridurre gli sbarchi e fungere da deterrente", ha scatenato un aspro dibattito politico. In base all'accordo stipulato tra Giorgia Meloni e il primo ministro albanese Edi Rama, le procedure di frontiera rapide dovrebbero concludersi entro quattro settimane. Coloro che otterranno il diritto all'asilo verranno trasferiti in Italia, mentre chi riceverà un diniego sarà rimpatriato. Tuttavia, permangono perplessità sull'effettiva efficacia del piano, in particolare riguardo alla sua applicazione e alle valutazioni da parte della magistratura italiana. Questo è in considerazione del fatto che la Corte di Giustizia europea ha già emesso sentenze restrittive su pratiche simili.
L’opposizione italiana si è scagliata contro l’accordo. La segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha criticato duramente l’intesa, definendola uno “spreco di 800 milioni di euro dei contribuenti per un accordo che viola i diritti fondamentali dei migranti”. Il deputato di +Europa, Riccardo Magi, ha affermato che “l’Italia sta creando delle vere e proprie colonie detentive all’estero”. Anche Nicola Fratoianni (Alleanza Verdi e Sinistra) e Davide Faraone (Italia Viva) hanno espresso preoccupazioni sulla natura di questi centri, temendo che possano trasformarsi in veri e propri luoghi di detenzione in condizioni disumane.
Malgrado le critiche ricevute, l'esecutivo guidato da Giorgia Meloni appare fermamente intenzionato a proseguire con l'attuazione del proprio progetto, ritenendo che quest'ultimo possa agevolare la diminuzione della pressione migratoria e velocizzare i processi di rimpatrio. Tuttavia, l'efficacia e la legittimità di tali provvedimenti continuano a sollevare interrogativi, in particolare alla luce delle recenti sentenze emesse dalle corti europee e del contesto politico nazionale.
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