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Migranti: il governo Meloni libera Almasri, opposizione: "liberato trafficante e torturatore libico"

Anche la Corte internazionale chiede spiegazioni all'Italia: l'uomo era accusato per crimini di guerra e contro l'umanità

Migranti: il governo Meloni libera Almasri, opposizione: "liberato trafficante e torturatore libico"

"Meloni dichiarava guerra a trafficanti di esseri umani in tutto il globo terracqueo, ne avevano arrestato uno e lo hanno riaccompagnato a casa. Una vicenda molto opaca" attacca la segretaria del PD Elly Schlein.

Infatti, ora, il governo italiano deve spiegare anche all'AIA i motivi della scarcerazione del generale libico Njeem Osama Almasri Habish, avvenuta ieri "senza preavviso o consultazione".

La Corte penale internazionale ha intensificato le sue azioni dopo il mancato arresto dell'uomo, accusato di crimini di guerra e contro l'umanità. Le opposizioni sono sul piede di guerra, criticando duramente il governo per la presunta liberazione di "un torturatore". Il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha annunciato che la prossima settimana riferirà in Parlamento sul caso. L’Italia si trova dunque ad affrontare un altro arresto controverso, a poco più di un mese di distanza da quello relativo all'iraniano Mohammed Abedini Najafabadi. Anche in questa occasione l'esito è stato lo stesso: scarcerazione e rimpatrio. Ciononostante, in questo ultimo episodio non vi è stato alcun intervento diretto da parte del governo; è stata, invece, la Corte d'appello di Roma a individuare irregolarità nella procedura di arresto e a disporre la liberazione dell'accusato.

Chi è Almasri, il "torturatore" libico accusato di crimini contro l'umanità

Come Abedini, anche Njeem riveste un ruolo di primaria importanza all'interno delle istituzioni libiche. Egli è al vertice della Polizia giudiziaria e opera sotto la diretta supervisione della magistratura e del Procuratore generale nazionale, Sadiq Al-Sur. A quest'ultimo è delegata l'attività investigativa relativa a numerosi reati, tipicamente gravi, che si verificano nel Paese. Njeem collabora con il Dipartimento di deterrenza per il contrasto al terrorismo e alla criminalità organizzata (Rada), il quale, tra le sue diverse funzioni, gestisce il carcere di Mitiga, dove sono detenuti centinaia di criminali e terroristi. Si tratta, quindi, di un esponente rilevante di un governo con il quale l'Italia intrattiene rapporti politici su vari ambiti, tra cui i flussi migratori, il petrolio e il gas. Lo scorso sabato, la Corte penale internazionale dell'Aia, con decisione a maggioranza, ha emesso un mandato d'arresto nei confronti del generale libico, su richiesta avanzata dal Procuratore dell'organismo il 2 ottobre. Tale mandato riguarda crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi nella prigione di Mitiga, a Tripoli, a partire dal febbraio 2011. Njeem è stato rintracciato a Torino il 19 gennaio e successivamente arrestato.

La Corte ha dichiarato che l'indagato è stato mantenuto in custodia fino al completamento delle procedure necessarie per la sua estradizione. In accordo con le autorità italiane, la Corte ha scelto deliberatamente di non commentare pubblicamente l'arresto. Tuttavia, il 21 gennaio, senza alcun preavviso o consultazione con la stessa Corte, Almasri sarebbe stato rilasciato e riportato in Libia. La Corte sta attualmente cercando, senza aver ancora ottenuto, una conferma da parte delle autorità riguardo ai procedimenti intrapresi. Tutti gli Stati devono, avvisa la Corte, "cooperare pienamente con essa nelle indagini e azioni giudiziarie per i crimini." L'atto dei giudici della Corte d'appello di Roma di non convalidare l'arresto è stato motivato dalla mancanza di un dialogo preliminare con il ministro della Giustizia, responsabile dei rapporti con la CPI. L'uomo è stato quindi liberato martedì sera e rimpatriato a Tripoli con un volo di Stato, per ragioni di urgenza e sicurezza, dati la pericolosità dell'individuo e i rischi legati a un eventuale trasferimento su un volo commerciale. Una volta atterrato, è stato accolto trionfalmente da decine di suoi sostenitori, come documentato da video pubblicati sui social media libici. Ma come è arrivato Najeem in Italia? Secondo le informazioni disponibili, sabato scorso, proveniente dalla Germania, ha noleggiato un'automobile chiedendo che fosse restituita a Fiumicino. Proprio quel giorno, la Corte ha emesso un mandato di cattura e l'uomo è diventato un ricercato a sua insaputa. La sera ha assistito alla partita Juventus-Milan allo stadio. Il giorno seguente, è stato arrestato dalla Digos e trasferito presso la struttura penitenziaria delle Vallette, dove è rimasto per due notti prima del suo ritorno in Libia.

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