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Governo Meloni

Meloni diserta la seduta su Almasri, il PD "Smetta di scappare"

Schlein: "scarcerazione di Almasri scelta politica. La 'presidente del coniglio' patriota in fuga"

Il caso Almasri continua a scuotere la maggioranza di Governo. Dopo alcune risposte "contraddittorie" emerse su varie fonti, dai comunicati alle trasmissioni televisive, finalmente c'è stata l'informativa in Parlamento sul trafficante e torturatore libico che è stato riaccompagnato a casa con un volo di stato pochi giorni fa. Seduta che la premier Meloni ha disertato, lasciando vuota la sua poltrona al tavolo dei Ministri mentre si discuteva di un ricercato internazionale.

Il posto di Meloni vuoto tra i ministri del suo governo

Questa assenza ingiustificata, di fronte ad un caso di una incoerenza così eclatante tra quanto prometteva in campagna elettorale e ciò che è effettivamente successo ha suscitato risposte indignate da tutte le opposizioni, "Presidente del coniglio" l'ha apostrofata nel suo intervento Elly Schlein, segretaria del PD.

Questa è una giornata triste per la democrazia, Nordio e Piantedosi sono venuti in Aula a coprire le spalle della premier. Ma oggi in quest’aula doveva esserci Giorgia Meloni, che invece manca di rispetto all’Aula e al paese”. Così inizia Elly Schlein in replica all’informativa sul caso Almasri dei ministri Nordio e Piantedosi.

Nordio ha parlato da avvocato difensore di un torturatore

Meloni ci ha abituati alla sua incoerenza, ma qua si tratta di sicurezza nazionale. Lei non ha parlato da ministro ma da avvocato difensore di un torturatore”, ha continuato Schlein, rivolgendosi al guardasigilli. “Il ministro deve trasmettere gli atti” della Corte Penale Internazionale – ha aggiunto – “lei accusa noi di non aver letto le carte, ma lei non ha letto la legge, ministro Nordio, e l’ha violata davanti al Paese”. “Chi le ha chiesto di stare fermo? Palazzo Chigi?”, ha domandato la Segretaria del Partito Democratico Schlein.

Avete ammesso che la scarcerazione è stata una scelta politica

Le domande a cui dovrete rispondere sono molto semplici: perché Nordio, che era stato informato dal giorno dell’arresto, non ha risposto alle richieste del procuratore generale? La vostra inerzia ha provocato la scarcerazione. Prima ci dice che è stato liberato perché non ha fatto in tempo per tradurre delle pagine in inglese poi ha detto che le ha lette ma ha rinvenuto dei vizi. Bene ha ammesso che è stata una scelta politica”.

Caso Almasri, proteste delle Opposizioni

In un'atmosfera particolarmente tesa, l'informativa alla Camera e al Senato dei ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi sul caso Almasri si è svolta tra inglesismi, "latinorum" e cartelli di protesta. La giornata è stata caratterizzata da un clima rovente, già preannunciato in mattinata da intensi dibattiti nel Transatlantico di Montecitorio.

Nei primi istanti della discussione, emergono tensioni quando il Ministro della Giustizia, Nordio, manifesta la sua "delusione" nei confronti dei magistrati. Il confronto diventa acceso durante un dibattito tra il Guardasigilli e l'esponente di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), Angelo Bonelli. La presidenza dell'assemblea è poi costretta a intervenire in altre due occasioni: la prima quando i deputati del Partito Democratico mostrano dei cartelli in Aula recanti la scritta "Meloni patriota in fuga"; successivamente, durante l'esposizione da parte dei parlamentari Avs delle fotografie di alcuni prigionieri sottoposti a tortura nel carcere di Mitiga.

Nel corso del suo intervento alla Camera, l'atmosfera è stata caratterizzata da interruzioni e risate, particolarmente quando, rifacendosi alle controversie sui fascicoli in lingua inglese relativi al caso Almasri, Nordio ha menzionato la "dissenting opinion" riferendosi alle osservazioni dei giudici della Corte penale internazionale.

Nel pomeriggio sono stati i senatori del Pd a esporre le foto delle torture in Libia

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