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Pensioni
21.10.2025 - 13:00
Giorgia Meloni, Salvini, Tajani e il ministro Giorgetti
La legge di Bilancio 2026 segna un nuovo rinvio della tanto promessa “riforma delle pensioni” annunciata dal governo Meloni. A cambiare, in realtà, sono soprattutto i numeri a sfavore dei lavoratori: dal 2027 l’età pensionabile aumenterà gradualmente di tre mesi, in nome della sostenibilità dei conti pubblici, mentre le misure di flessibilità come Quota 103 e Opzione Donna vengono archiviate.
L’unica proroga riguarda l’Ape Sociale, destinata però a una platea ristretta e temporanea. Sul piano economico, l’intervento per le pensioni minime si riduce a 20 euro in più al mese per chi già percepisce la maggiorazione sociale: un’elemosina simbolica di fronte all’aumento del costo della vita.
Il governo prova a rivendicare la riduzione dell’Irpef dal 35% al 33% per i redditi medi, ma il beneficio reale non supera i 440 euro l’anno per i redditi più alti. Intanto, l’adeguamento alla speranza di vita previsto dalla riforma Fornero resta intatto: un paradosso per chi, in campagna elettorale, prometteva di superarla.
Ancora una volta, la montagna partorisce il topolino. Meloni e Giorgetti chiedono sacrifici ai pensionati e rinviano ogni vera riforma strutturale, mentre milioni di italiani vedono allontanarsi l’età del riposo e avvicinarsi quella della povertà.
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