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29.12.2016 - 12:03
A rendere incandescente l'atmosfera nel comune di Cadoneghe non sono tanto gli imminenti scoppi di Capodanno ma la vicenda scatenata da un semplice comunicato sui botti, quello del sindaco di Cadoneghe Michele Schiavo: «Oltre a essere pericolosi per l’incolumità fisica (...) a causa del forte rumore e degli effetti illuminanti, recano spesso grave disturbo per determinate persone e per gli animali. Anziani, ammalati e bimbi in giovane età mal sopportano il rumore degli scoppi, perciò invito caldamente a rispettare le aree sensibili in tal senso».
E cita l'art. 40 del Regolamento di Polizia Urbana, volto a garantire la civile convivenza: "Nelle abitazioni private e nelle aree esterne limitrofe, non è consentito attivare fonti di molestie e disturbi", con eventuale applicazione di una sanzione compresa tra € 80,00 ed € 500,00. Inoltre precisa che "la generazione di rumore di qualsiasi tipo, capace di causare disturbo, è consentita solo nelle seguenti fasce orarie: nei giorni feriali: 8.00 - 12.30 e 15.00 - 20.00; nei giorni festivi e di sabato: 9.00 - 12.30 e 16.00 - 20.00”.
"Oltre a incorrere in sanzioni di carattere meramente amministrativo per aver causato solo un ingiusto rumore - riporta in seguito la nota - l’eventuale detenzione di petardi e fuochi pirotecnici illegali comporta anche l’applicazione di sanzioni penali, con l’immediato sequestro dei prodotti e il deferimento del responsabile all’autorità giudiziaria".
Decisa la reazione dei consiglieri Devis Vigolo e Silvio Borella, secondo i quali il sindaco avrebbe ingiustamente vietato qualsivoglia uso di fuochi d’artificio o similari anche se conformi alla vigente normativa. Una posizione argomentata citando la sentenza della Corte Costituzionale n. 56 del 9 aprile 1970, il Decreto Legislativo n. 123 del 29-7-2015 che recepisce la direttiva comunitaria di settore 2013/29/UE, la competenza della Questura in materia di sicurezza, il parere di due avvocati e del prefetto di Rovigo.
Forti di tali conferme, Vigolo e Borella non solo presentano un'istanza formale urgente per chiedere l’"immediato annullamento" di quanto disposto dal sindaco Schiavo e di quanto contenuto nel citato articolo del Regolamento di Polizia Urbana, ma chiedono inoltre al Prefetto di Padova valutare di trasmettere l'istanza alla Procura per valutare la presenza di eventuali reati.
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