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Maserà, ex corte Da Zara: il Consiglio di Stato dà ragione al Comune

corte da zara

Al centro della vicenda il pianterreno dell’edificio dove si trovano i negozi oggetto del contenzioso e acquisiti dal Comune di Maserà in virtù di abusi edilizi mai sanati

Non è stata ancora pronunciata la parola “fine” sull’acquisizione definitiva dell’ex corte Da Zara da parte del Comune di Maserà: quando pareva tutto deciso, visto che il Tar del Veneto aveva dato ragione al Comune, ecco che l’ex proprietario ha deciso di continuare la battaglia legale rivolgendosi al Consiglio di Stato, che però ha confermato il parere del Tar. Il quale adesso è chiamato a sentenziare definitivamente. E il Comune auspica, ovviamente, in suo favore. «I ricorrenti si sono rivolti al Consiglio di Stato – spiega il sindaco di Maserà, Gabriele Volponi – in quanto il Tar del Veneto, al quale lo stesso privato si era appellato, aveva dato ragione al Comune non come sentenza, bensì come parere. Ma il privato ha impugnato la relazione del Tar, portandola al Consiglio di Stato, il quale però ha stabilito che la procedura adottata dal Comune per iscrivere la corte Da Zara al patrimonio comunale fosse corretta. Ha dato quindi ragione al Tar e indirettamente al Comune, ripassando la parola al Tribunale amministrativo, che ora dovrà assumere la decisione finale. A novembre dovrebbe arrivare quindi la sentenza». Nella peggiore delle ipotesi il ricorrente potrebbe rivolgersi al Consiglio di Stato opponendosi anche contro la sentenza, nel caso in cui fosse in favore del Comune. Si parla della parte sotto, ovviamente, perché il piano superiore è ancora privato. I negozi al pianterreno, invece, sono oggetto del contenzioso e il Comune li ha acquisiti al patrimonio in virtù di abusi edilizi mai sanati. «Quell’edificio dovrebbe essere il sito più bello e storico di Maserà – prosegue il sindaco Volponi – ma è abbandonato a se stesso da anni e abitato per lo più da persone di origine straniera. Quando circa venticinque anni fa si era assistito a una prima ondata migratoria molto importante, al pianterreno, dentro i negozi che poi vennero trasformati in centro di preghiera islamico, vi dormivano oltre trecento persone. Venivano infatti affittati i posti letto a più turni. Senza considerare che lo stato di abbandono aveva fatto sì che il luogo si trasformasse in una discarica in centro al paese. Nel 2008 con una telecamera abbiamo visto chi scaricava i rifiuti e non erano solo gli stranieri li attorno, bensì anche diversi italiani che abbandonavano lì le proprie immondizie. Per ridare dignità all’ex corte benedettina vorremmo intanto trasformare il pianterreno in sala civica». Cristina Salvato
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