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06.11.2023 - 16:16
Un nuovo “piano casa sociale” che possa rispondere seriamente all’emergenza abitativa e maggiori finanziamenti per i servizi socio-sanitari. Sono le richieste che l’assessora alle Politiche sociali e abitative del Comune di Verona Luisa Ceni, l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Vicenza Matteo Tosetto, l’assessora alle Politiche abitative ed Edilizia residenziale del Comune di Padova Francesca Benciolini e l’assessora al Sociale del Comune di Padova Margherita Colonnello rivolgono alla Regione del Veneto in vista dell’avvio dei lavori per la legge finanziaria regionale. È quanto emerge dall’incontro svolto questa mattina tra gli assessori dei tre Comuni veneti. A fronte della pressante fragilità sociale e della difficile tenuta economica di moltissime famiglie, gli assessori chiedono quindi risposte forti e sicure. In considerazione dei possibili tagli del Governo, pari a 200milioni di euro, ai Comuni e dell’importante aumento registrato nel corso del 2023 delle richieste di sostegno da parte dei cittadini in difficoltà, anche a seguito del carovita causato dall’inflazione. «Il confronto fra Vicenza Padova e Verona rispetto alle problematiche dell’abitare e del sociale è costante e oggi ci siamo rivisti per definire alcune posizioni comuni che sottoponiamo alla Regione – afferma l’assessore alle politiche sociali di Vicenza Matteo Tosetto -. Ci sono due grandi problemi: il forte aumento dell’emergenza abitativa e la notevole crescita delle persone che si rivolgono ai servizi sociali del Comune, con nuovi bisogni emersi soprattutto dopo il Covid. Due fenomeni che hanno mandato in crisi il sistema, nel primo caso per la mancanza di immobili da affittare sia pubblici sia privati, nel secondo per i fondi insufficienti. Ci troviamo nella situazione in cui non riusciamo a dare una risposta certa ai cittadini che ci chiedono aiuto. Penso per esempio ad una famiglia con un anziano da inserire in casa di riposo o con una persona con disabilità che vuole entrare in un centro diurno o residenziale. Allo stesso modo, le difficoltà possono riguardare un minore in carico da inserire in comunità educative, un ragazzo che vuole intraprendere un percorso di riabilitazione, una donna vittima di violenza che ha bisogno urgente di essere inserita in una casa rifugio. Non è possibile che siano solo i Comuni a farsi carico delle emergenze sociali delle nostre comunità. Per questo lanciamo un allarme: se il Governo dovesse tagliare i fondi agli enti locali come preannunciato e la Regione non mette mano ai finanziamenti per il sociale, per assicurare i servizi saremo costretti a trovare le risorse mancanti nei nostri bilanci, con la possibilità anche di dover tagliare altri importanti servizi pubblici comunali». «Mi sorprende che venga così sottovalutata l’importanza dell’abitare – continua l’assessora alle politiche sociali di Verona Luisa Ceni - Viviamo un periodo in cui è difficilissimo l’accesso al credito, anche chi lavora fatica a trovare casa. Il tema è nazionale e non locale, ma le scelte di politica centrale condizionano l’operatività dei Comuni infierendo sui cittadini, col risultato che abbiamo sempre più persone per strada purtroppo. C’è totale assenza di visione su quello che è sicuramente uno dei problemi più importanti: oltre al lavoro ogni persona ha la necessità dell’abitare, a qualunque stato sociale appartenga. Non riusciamo a comprendere il perché del taglio dei fondi governativi ai Comuni. per quanto riguarda Verona, siamo a tassazione invariata e non possiamo far fronte a tutto. La coperta è sempre più corta e le richieste dei cittadini sempre più ampie. Il nostro compito di amministratori è quello di dare risposte, di risolvere i problemi ma non siamo messi nelle condizioni di farlo su questi temi. Se dobbiamo far fronte ai bisogni primari che prima di questo taglio in manovra erano già finanziati, purtroppo non riusciamo a sviluppare adeguatamente altre progettualità che abbiamo messo a punto e potrebbero avere un impatto positivo e virtuoso sul territorio comunale». «L'emergenza abitativa che stanno attraversando molti comuni medio-grandi italiani, e non solo, con vocazione universitaria e turistica, sta di fatto travolgendo le nostre comunità - sottolinea l’assessora alle politiche abitative ed edilizia residenziale del Comune di Padova Francesca Benciolini -. La possibilità di residenzialità è messa in discussione da affitti alti, mancanza di disponibilità di case nel mercato privato e di case di edilizia residenziale pubblica. Sono mancate politiche dell'abitare a livello nazionale e regionale: non vediamo piani casa da decenni e molti sono i Comuni che hanno dovuto vendere alloggi per poter avere i fondi per il riatto di un patrimonio rimasto a lungo sfitto perché non agibile. Di fronte a questo quadro chiediamo una presa di responsabilità da parte dei diversi livelli di governo: problemi complessi richiedono soluzioni creative ed uno sforzo congiunto perché non sia lasciato solo chi, come i Comuni, vive la drammaticità della situazione ogni giorno. Abbiamo bisogno di fondi strutturali e non sporadici, di un referente al governo, di strumenti per far fronte agli affitti turistici, e chiediamo che ci venga lasciato quello 0.4% dei canoni erp che attualmente Comuni ed Ater versano alla Regione Veneto senza che sia vincolato alla casa, facendo di fatto cassa su una delle emergenze più drammatiche del momento». «In vista della discussione sul bilancio regionale, chiediamo al Consiglio e alla Giunta di porre particolare attenzione su due ambiti sociali almeno – conclude l' assessora al sociale del Comune di Padova Margherita Colonnello -. Da un lato l'abitare, dall'altro il benessere psicologico della popolazione, soprattutto quello giovanile. È necessario dare delle risposte a questo bisogno crescente, che dopo il Covid è letteralmente esploso. Serve da un lato incoraggiare il rapporto tra scuole e servizi territoriali, puntando sullo strumento dei patti educativi, e dall'altro dotare i consultori di personale adeguato, facendo in modo che tornino ad essere un riferimento per il benessere e la prevenzione per tutta la popolazione».
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