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La storia
14.06.2024 - 10:02
Si chiama “Campo dei Girasoli” ed è una birra artigianale “di quartiere”, prodotta esclusivamente con l’orzo coltivato in modo biologico nei campi del Basso Isonzo. La materia prima è ricavata dal grano Gentilrosso , testimonianza della tradizione agricola del Basso Isonzo, un seme antico e autoctono coltivato nei campi di via Bainsizza.
La pilsner “Campo dei Girasoli” si aggiunge ad altri prodotti già realizzati con il grano di qualità Gentilrosso. Il grano viene essiccato al sole e successivamente portato in un mulino locale, dove viene trasformato in una farina semi-integrale caratterizzata da un colore rossastro. La farina viene poi portata da un fornaio locale che produce i panificati. Inoltre, nel pastificio la farina si trasforma in due formati di pasta: penne e calamarata. La pasta viene poi essiccata a bassa temperatura per 25 ore, ottenendo un prodotto finale di eccezionale qualità. Infine i pesti e i fermentati provengono dalla vicina azienda agricola a meno di un chilometro dai campi di via Bainsizza.
“I nostri prodotti, compresa la birra, sono frutto di un impegno verso un'agricoltura sostenibile basata sulla conversione biologica”, hanno commentato i gestori del Campo dei Girasoli . “Questa iniziativa rappresenta un passo significativo verso la riqualificazione dei terreni del Basso Isonzo. La nostra filosofia è offrire prodotti locali e biologici per promuovere uno stile di vita consapevole”.
La Casa Ex Bortolami, situata in prossimità di una superficie coltivata a orzo di un ettaro e mezzo, è un punto cruciale per la produzione di malto utilizzato dal birrificio artigianale Crack. Questo malto di qualità contribuisce alla produzione della birra. La stretta collaborazione tra la casa agricola, il birrificio artigianale e Campo dei Girasoli contribuisce alla creazione di birre di alta qualità caratterizzate da ingredienti locali e da un processo di produzione artigianale.
“È un altro segnale tangibile di quanto il parco agro paesaggistico del Basso Isonzo sia diventato realtà, ha commentato l’assessore al Verde Antonio Bressa. “Circa dieci ettari di proprietà del Comune sono interamente coltivati secondo i canoni dell’agricoltura biologica. I prodotti che hanno sposato il progetto del parco agro paesaggistico ci raccontano di un’agricoltura biologica e di prossimità che cresce ogni giorno di più grazie al recupero di questi campi a ridosso della città”.
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