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21.01.2021 - 13:28
Pietra d'Inciampo dedicata a Padre Placido Cortese
"Posiamo oggi altre quattro Pietre di Inciampo, a perenne ricordo di altrettanti padovani vittime dell’odio e della violenza nazifascista durante la seconda guerra mondiale. Celina Trieste, Guido Usigli, Ester Giovanna Colombo, padre Placido Cortese. Sono questi loro nomi. E se padre Placido Cortese, al quale il presidente della Repubblica Sergio Mattarella il 5 giugno 2017 ha conferito la medaglia d’oro al valor civile e il Comune di Padova lo ha collocato nel Giardino dei Giusti a Terranegra, è certamente molto conosciuto per aver salvato tra gli altri ebrei e molti ricercati dal regime nazifascista, meritano altrettanto rispetto e considerazione i tre concittadini uccisi barbaramente a Auschwitz e alla Risiera di San Sabba a Trieste per il solo fatto di essere ebrei. Quest’anno la pandemia ci ha costretto a svolgere questa simbolica e molto partecipata commemorazione in forma ridotta. Ma non possiamo permettere che questa emergenza sanitaria faccia dimenticare la Shoah, contribuisca a sbiadire nel tempo il ricordo di queste persone. Mi ritrovo in questi giorni a pensare lo smarrimento, la paura, che questi concittadini ebrei debbono aver provato nel momento dell’arresto, consapevoli di non aver nessuna colpa se non quella- agli occhi dei nazisti e dei loro alleati fascisti- di esistere. Si saranno chiesti perché tanti padovani con i quali in passato avevano legami di amicizia, di lavoro, condividevano interessi e passioni, giravano la testa dall’altra parte, facendo magari finta di non averli mai incontrati. Non tutti certo. Padre Placido cortese, padovano d’adozione e all’epoca direttore del giornale Messaggero di Sant’Antonio non girò la testa dall’altra parte, ma anzi si impegnò in prima persona, salvandone molti e organizzando una rete clandestina di soccorso, conscio del pericolo che correva. Un pericolo che divenne concreto e mortale quando l’8 ottobre del 1944 fu arrestato dalla Gestapo, trasferito a Trieste torturato e ucciso. Un sacrificio accettato in nome del rispetto di principi fondamentali, quali uguaglianza, compassione, umanità, libertà." Edizione
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