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29.01.2015 - 11:37
ncora un episodio a confermare la necessità del mantenimento del presidio ospedaliero dell’Immacolata Concezione di Piove di Sacco. Specie di certi repertati, come quello di ostetricia e ginecologia, dove le tempistiche possono fare davvero la differenza, se non segnare indelebilmente il limite tra la vita e la morte. A testimoniare a favore di questa tesi ci sono sicuramente Cristian Sacco e Gessica Mazzon (in foto), giovani sposi residenti nella frazione di Santa Margherita, che se non fosse stato per la presenza dell’ospedale piovese e la professionalità del personale medico che vi lavora, molto probabilmente avrebbero perso il loro secondo figlio. “A fine dicembre mi trovavo in ospedale per un controllo - racconta Gessica Mazzon - quando c’è stato un improvviso distacco della placenta e l’insorgere di una emorragia interna. Così sono stata subito portata in sala operatoria e fortunatamente il mio bambino è stato salvato”. Il piccolo Diego, che avrebbe dovuto nascere a metà febbraio, successivamente è stato portato in ospedale a Padova e ora si trova all’” Angelo” di Mestre dove sta crescendo regolarmente. “Il mio piccolo ed io - continua mamma Gessica - siamo stati salvati per una questione di tempo. Se non ci fosse stato l’ospedale a Piove di Sacco avremmo entrambi perso la vita. Ogni altro ospedale sarebbe stato troppo lontano. Mentre ero ricoverata - aggiunge - ho sentito che forse il reparto chiuderà entro l’anno. Episodi come il mio potrebbero non potrebbero più avere un lieto fine”. di Alessandro CeseratoEdizione
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