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La sentenza
12.02.2025 - 16:44
La strada, fondamentale per alleviare il traffico pesante nel quartiere residenziale, è stata completata dal Comune a proprie spese. La sentenza del Tar del Veneto pone fine a una lunga battaglia legale
È giunto a conclusione dopo vent’anni una causa che ha visto da una parte il Comune di Cadoneghe e dall’altro il Consorzio Cadoneghe Nord, formato da imprenditori e cittadini. Il consorzio aveva l’obbligo di realizzare viale Maestri del lavoro, che unisce la zona industriale alla regionale 308 del Santo. Ma non lo ha mai fatto, costringendo il Comune a farlo a spese proprie. Che negli anni ha preteso il pagamento della somma dovuta.
“Si è finalmente concluso dopo oltre vent’anni un contenzioso difficile e complesso – spiega Marco Schiesaro, sindaco di Cadoneghe – che ha visto impegnato il Comune di Cadoneghe nel difendere i propri diritti contro il consorzio Cadoneghe Nord. La sentenza del Tar del Veneto 24/2025 ha condannato il consorzio a rifondere al Comune oltre 1,4 milioni di euro per la mancata realizzazione della strada di collegamento oggi denominata Maestri del lavoro, nata con l’intento di sgravare il centro residenziale dal passaggio dei mezzi pesanti”. Sono decine i privati, gli imprenditori e le società immobiliari che dovranno versare la propria quota al Comune.
La vicenda risale a molti anni fa, quando il Consorzio avrebbe dovuto realizzare l’opera a scomputo oneri, salvo poi non portarla mai a termine. L’amministrazione comunale dell’epoca tentò di escutere la fideiussione dalla finanziaria Cassiopea, che aveva garantito per il consorzio e che aveva sede in Inghilterra. Società che si rivelò una scatola vuota, lasciando il Comune senza alcun risarcimento e costringendolo ad accendere un mutuo per completare la strada e inaugurarla nell’ottobre 2012.
“Questa vicenda ha recato senza dubbio un notevole pregiudizio all’immagine del nostro Comune nonché un nuovo mutuo con la Cassa depositi e prestiti – dichiara il sindaco Marco Schiesaro –. In più il Comune dovette sostenere i costi per gestire direttamente l’appalto e anche quelli di riscossione della fideiussione, che poi si è rivelata una scatola vuota e polverosa. Si conclude cosi anche questo contenzioso che arriva da lontano, dopo quello di BusItalia costato all’ente oltre 900mila euro, dell’asilo nido Aldo Moro costato alle casse pubbliche per errori del passato oltre mezzo milione di euro, alla Casa del Lavoratore per Imu mai versato (poi riscosso) e quello più recente della mensa Falcone e Borsellino, un’opera che appena inaugurata presentava difetti costruttivi su cui noi oggi stiamo intervenendo. Non è stato per me semplice comprendere tutte le dinamiche, gli equilibri, le azioni e i rapporti che sottostavano a questa importante lottizzazione, ma alla fine ce l’abbiamo fatta”.
Il sindaco che realizzò la strada, Mirco Gastaldon, precisa: “L’iter per riscuotere la fideiussione l’ho avviato io nel 2008. All’epoca il Comune fu costretto a sostituirsi parzialmente al consorzio Cadoneghe Nord pur di concludere la strada, che i cittadini attendevano da anni, esasperati dal continuo passaggio dei camion in via Gitto, nel bel mezzo di un quartiere residenziale”.
Cristina Salvato
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