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Piove di Sacco: Craup “Umberto I”, si torna verso la normalità

craup ingresso via botta

Coronavirus, dalla fine dello scorso novembre si era sviluppato un focolaio nella residenza cittadina per anziani. Trenta ospiti hanno perso la vita

Ingresso Craup Umberto I in via Botta Ingresso Craup Umberto I in via Botta
Il Craup “Umberto I” è tornato a essere Covid-free. Ci sono voluti due mesi interi per estirpare il focolaio che nell’ultima settimana dello scorso novembre si è sviluppato nella residenza per anziani cittadina. Il prezzo pagato, in termini di vite umane, è stato però altissimo. Sono stati trenta gli ospiti che hanno perso la vita dopo avere contratto il virus. A farne le spese soprattutto gli anziani più deboli, il cui fisico non ha sopportato una prova così impegnativa. Particolarmente colpita soprattutto la casa soggiorno di via San Rocco (120 ospiti), mentre nella struttura di via Botta (110 ospiti), pur tra mille difficoltà, l’epidemia è rimasta circoscritta. La prima ondata pandemica di primavera aveva risparmiato il Craup che, per primo e anche in anticipo rispetto alle diposizioni nazionali, aveva applicato protocolli sanitari rigidissimi e vietato le visite ai parenti già a febbraio 2020. Anche per questo il focolaio di novembre ha messo in discussione anche le poche certezze maturate fino a quel punto. Con il numero di positivi che giornalmente aumentava, nelle residenze si sono progressivamente formate delle aree “rosse” di isolamento che progressivamente hanno finito per occupare gran parte degli spazi a disposizione. “E’ stata - commenta ora Bruno Coccato, presidente del Craup - davvero dura, soprattutto per l’importante numero di decessi. In alcuni momenti, nonostante gli sforzi immani, abbiamo provato un senso di impotenza. Alla “San Rocco”, tra gli ospiti, abbiamo avuto punte di quasi novanta casi di positività. Ora, lentamente, stiamo recuperando una normalità. Per tornare a regime e riequilibrare la situazione ci vorranno però dei mesi. Con una quarantina di posti a disposizione abbiamo iniziato con le nuove accoglienze. I nuovi ospiti vengono tamponati e messi in isolamento per una settimana, per poi essere nuovamente tamponati”. Il virus non ha risparmiato neppure il personale sanitario e infermieristico. Un numero importante di operatori ha contratto il virus e si è dovuto necessariamente assentare dal lavoro. Nelle settimane più drammatiche, quelle di dicembre, la situazione è stata particolarmente complicata, anche solo per garantire i servizi essenziali. I turni, in base alle disponibilità e alle presenze, venivano rimodulati praticamente giornalmente. Chi poteva lavorare, dimostrando un grande senso di responsabilità, lo ha fatto senza soluzione di continuità, fino allo sfinimento. “A un certo punto - ricorda Coccato - abbiamo dovuto chiedere all’Usl 6 Euganea di metterci a disposizione con urgenza qualche unità. Adesso siamo ritornati a regime, potendo contare anche sul rientro dei nostri dipendenti che fino a fine anno erano a servizio della Rsa di Stra, la cui gestione è nel frattempo passata all’Ipab di Noventa Padovana”. Adesso? “Certamente - conclude il presidente - l’attenzione continuerà a rimanere alta. Il fatto che molti pazienti si siano immunizzati e che la campagna vaccinale sia stata completata anche con il richiamo non può tuttavia che prospettarci maggiore serenità per l’immediato futuro”. Alessandro Cesarato
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