Segni particolari: il rovescio a una mano. Una rarità in tempi in cui la didattica tennistica propende per l’omologazione di quello a due mani. Per lui è invece un gesto naturale, come il talento che potrebbe portarlo lontano. Per il momento però è solo una giovane promessa, un fiore in attesa di sbocciare. Luchian Cosmin Constantin ha tredici anni e frequenta la terza media alla scuola Regina Margherita. La sua specificità? Essere l’unico ragazzo del Piovese a praticare il tennis a livello agonistico. La passione per la racchetta è scoppiata tre anni fa, quando ha iniziato a tirare i primi colpi nei campetti della città. E dire che al tennis ci è arrivato un po’ per caso, dopo avere provato altri sport che però non lo appassionavano fino in fondo. Dopo le prime selezioni è stato subito scelto per uno stage a Padova, dove gli è stato proposto di allenarsi con continuità. Oggi, all’inizio del terzo anno di attività agonistica, il giovane tennista ha iniziato a raccogliere le prime soddisfazioni dopo un primo periodo caratterizzato dalle delusioni di tanti piazzamenti che per un momento lo avevano anche fatto vacillare. Nel corso di questi anni hanno avuto un ruolo fondamentale nella sua formazione maestri come Filippo Zambonin, Paolo Frasson, Massimo Barella e Alessandro Arena. Durante l’estate, nella splendida location dei campi di Sottomarina del tennis club Chioggia, Cosmin si è imposto in un importante torneo Fit riservato alle giovani promesse del tennis veneto. Nell’Under 14 ha trionfato, in una finale a senso unico, battendo per 60 61 il suo avversario. Non pago ha raggiunto la semifinale anche nel tabellone Under 16, cedendo il pass per la finale solo alla fine di un match molto lottato su tre set, contro un avversario più grande di età e con una classifica migliore. Nel mese di settembre è arrivato in finale anche al torneo di Cervarese Santa Croce. Una passione quella di Cosmin, che è resa possibile anche dal grande sostegno di papà Luca Ferrara e della mamma che lo accompagnano praticamente tutti i giorni a Padova per gli allenamenti e lo seguono durante i tutti i tornei. “Preferisco i campi veloci - racconta il giovane tennista - e praticare un gioco d’attacco”. Cosa gli piace di questo sport? “E’ una disciplina individuale - dice - che t’insegna a essere responsabile di te stesso. Ti da la libertà di prendere autonomamente le tue decisioni ma allo stesso tempo puoi fare conto solo su te stesso e sulle tue forze. Richiede una continua concentrazione e un impegno costante”. di Alessandro Cesarato
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter