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Codevigo: l'oasi di Ca' di Mezzo compie 25 anni, laboratorio di sostenibilità e biodiversità

Venticinque anni di Ca' di Mezzo: fitodepurazione e gestione dell'acqua per biodiversità, ricerca e didattica

CODEVIGO oasi ca di mezzo

Venticinque anni fa era un esperimento audace di ingegneria naturalistica. Oggi l’Oasi di Ca’ di Mezzo è un simbolo di equilibrio tra uomo e ambiente, un luogo dove la tecnica ha saputo restituire valore alla natura. Nella cornice della Corte Benedettina di Correzzola un convegno ne ha celebrato l’anniversario, ma il vero significato è nella continuità di un progetto che ha anticipato di decenni la sostenibilità che adesso tutti invocano.

L’area, circa trenta ettari al confine tra Codevigo, Correzzola e Chioggia, nasce nei primi anni Novanta nell’ambito del Piano per il disinquinamento della laguna di Venezia. La Regione aveva individuato nella fitodepurazione (la depurazione naturale delle acque attraverso le piante) una soluzione innovativa. Il Consorzio di bonifica Adige Euganeo, con il supporto scientifico del professor Giuseppe Benduricchio, realizzò così un impianto unico nel suo genere, suddividendo l’area in tre ambienti: sommerso, boschivo e allagato. Un ecosistema artificiale ma vivo, capace di rigenerarsi e purificare le acque del canale Altipiano in modo naturale, grazie soprattutto alla canna di palude.

“Venticinque anni fa fu una vera lungimiranza realizzare impianti polifunzionali” ricorda Fabrizio Bertin, presidente del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, “in grado di rispondere a diverse esigenze. Quell’intuizione è la stella polare che indica la via a tutte le opere per la gestione delle acque. Il cambiamento climatico, infatti, ci impone un duplice rapporto con l’acqua, contenerla quando arriva in precipitazioni sempre più aggressive e trattenerla per i periodi di siccità, anche questi, per rovescio della medaglia, fenomeni sempre più presenti nelle nostre stagioni”.

L’Oasi di Ca’ di Mezzo assolve tre funzioni essenziali: depura le acque con il sistema di fitodepurazione, lamina le piene del canale Altipiano riducendo il rischio idraulico e funge da riserva idrica nei periodi siccitosi. Un modello che unisce ingegneria e natura e che ha fatto scuola ben oltre il territorio veneto.

Gestita attualmente dal circolo Legambiente “L’Arca di Noè”, l’oasi è diventata rifugio per aironi, cavalieri d’Italia, falchi di palude e martin pescatori. Rappresenta una “pietra di guado” ecologica tra la pianura padovana e il Delta del Po, dove la biodiversità si rinnova e l’ambiente ritrova equilibrio.

Nel tempo, Ca’ di Mezzo è divenuta anche un laboratorio scientifico e didattico. In collaborazione con l’Università di Padova, vi si sperimentano tecniche di depurazione naturale e modelli di gestione sostenibile delle acque. Il Centro di educazione ambientale “Paola Borella”, aperto grazie ai volontari di Legambiente, accoglie scolaresche e visitatori, offrendo a tutti l’occasione di comprendere sul campo il valore della natura tutelata.

Alessandro Cesarato

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