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27.10.2025 - 19:11
 
									PIOVE DI SACCO. A quarant’anni dall’ultimo intervento, la facciata del Santuario della Madonna delle Grazie torna a nuova vita. Da fine agosto sono partiti i lavori di restauro, affidati alla ditta Brischigliaro di Padova, sotto la direzione dell’architetto Davide Doardo. Un intervento necessario, reso urgente dall’azione del tempo, dell’inquinamento e degli agenti atmosferici, che hanno progressivamente deteriorato pietre, intonaci e decorazioni.
Il cantiere, allestito in modo da consentire comunque l’accesso dei fedeli grazie a due passaggi protetti, permetterà il recupero delle superfici in pietra e in marmorino, oggi intaccate da muschi, vegetazione e depositi di sporco. Le operazioni sono iniziate con la pulitura e il lavaggio a vapore, con la rimozione delle vecchie stuccature in cemento e il trattamento degli ancoraggi di ferro, la cui ruggine ha causato il distacco di alcune parti lapidee. Le zone danneggiate saranno ricostruite o consolidate, restituendo compattezza e luminosità alla facciata, che in origine, come rivelano le prime prove di pulitura, si presentava di un bianco quasi abbagliante. Le origini del santuario affondano in un episodio miracoloso. La tradizione racconta di due fratelli in lite per un quadro della Vergine, quando un neonato avrebbe parlato rivelandosi come Maria stessa, ordinando di deporre l’immagine nella chiesa dei frati francescani. Da quel prodigio, avvenuto tra il 1470 e il 1480, nacque il santuario, edificato poco dopo con l’approvazione di papa Innocenzo VIII. La fama del miracolo richiamò offerte e pellegrini, dando inizio a una devozione che non si è mai spenta.
Un altro segno profondo di fede è il voto del 1631, quando Piove di Sacco, colpita dalla peste che devastava la regione, affidò la propria salvezza alla Madonna delle Grazie. Il podestà, il clero e i cittadini promisero di recarsi ogni anno in processione il 6 maggio per offrire un dono di cera sull’altare del santuario. Secondo la tradizione, subito dopo la prima processione il contagio cominciò a diminuire. Quel voto, rinnovato senza interruzioni nei secoli, ancora oggi unisce la comunità in una manifestazione di riconoscenza e devozione. Il nuovo restauro si inserisce in una lunga storia di trasformazioni che raccontano l’identità stessa del santuario. L’attuale facciata, realizzata nel 1861 su disegno del maestro Gian Battista Tessari, sostituì quella originaria, ritenuta ormai in rovina. Tessari, autore anche di un prezioso disegno che ne documenta l’aspetto precedente, diede al tempio un volto nuovo, ispirato alle dimore venete dell’Ottocento, con intonaco chiaro, lesene ornate e due ampie finestre gemelle sul modello del palazzo Vendramin a Venezia. Nella parte centrale fu collocato un grande affresco dell’Immacolata, copia della celebre tela del Tiepolo, poi scomparso e rifatto nel 2011 dall’artista vicentina Annamaria Trevisan. Nel corso dei secoli, la chiesa ha conosciuto diversi interventi, sempre nel segno della devozione popolare. Quello del 1984-85 portò non solo al restauro della facciata ma anche alla sostituzione delle statue ormai logore, mentre il progetto di ricostruire l’antico prospetto “francescano” ipotizzato negli anni Settanta non trovò mai attuazione. Il nuovo cantiere nasce come gesto di memoria e di fede, nel contesto del Giubileo. I lavori, finanziati con fondi del Santuario e con il contributo dell’associazione Madonna delle Grazie e dei fedeli, vogliono restituire splendore a un edificio che da secoli rappresenta il cuore spirituale della città.
Alessandro Cesarato
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