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Adria. Boom edilizio finito, case introvabili

Edilizia in transizione: tra il rallentamento post‑PNRR e la drammatica carenza di alloggi per nuclei familiari sempre più piccoli

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L'edilizia italiana naviga in acque incerte. Archiviata la stagione dei grandi boom post-Superbonus e in attesa che si esaurisca l'onda lunga del PNRR nel 2026, il settore si prepara a un 2025 di "transizione" verso un ciclo più moderato. Come confermano da Ance Rovigo Treviso, la vera sfida non è però solo il rallentamento degli investimenti, ma l'incapacità strutturale di rispondere a un'emergenza sociale crescente: la drammatica carenza di alloggi adatti ai nuovi, e sempre più piccoli, nuclei familiari italiani.

Il comparto delle costruzioni affronta una fase di incertezza, stretta tra l'effetto trainante degli investimenti pubblici e il rischio di un rallentamento post-PNRR. Ottaviano De Biasi, Presidente di Ance Rovigo Treviso, ha tracciato il quadro, sottolineando che tutte le imprese stanno vivendo una situazione di incertezza a causa delle tensioni geopolitiche, con ripercussioni sulla crescita e sulle esportazioni che al momento restano contenute.

Il mercato delle costruzioni, che ha tempi più lenti, continua ad essere sostenuto in Italia dalle opere pubbliche per effetto del PNRR, un impulso destinato però ad esaurirsi nel 2026.

In negativo, invece, si collocano gli interventi di riqualificazione, in particolare in alcuni segmenti come distribuzione, finiture ed efficientamento energetico. Questo calo si mantiene intorno a un -10% dopo gli eccezionali picchi registrati con i superbonus, risultando quindi un ridimensionamento fisiologico.

Il mercato delle nuove costruzioni residenziali mostra segnali modesti, mentre una certa vitalità emerge dall’edilizia non residenziale, con settori come la logistica in forte spinta. Nonostante le difficoltà, i livelli complessivi del settore restano ancora ben più alti rispetto a quelli del 2019 e anche il mercato immobiliare mostra segni positivi.

Il Vice Presidente Vicario, Alex Saggia, conclude l'analisi con una riflessione prospettica. A suo parere, il 2025 sarà un anno di transizione per il mercato delle costruzioni, che vedrà una progressiva uscita dalla fase di boom e l'ingresso in un ciclo più moderato.

La vera emergenza, come si legge nell'ultimo rapporto Cresme, non è solo il rallentamento degli investimenti, ma la difficoltà del sistema edilizio nel rispondere alla domanda reale di abitazioni, un problema rilevato anche nel territorio dell'associazione.

Tra il 2018 e il 2023, la popolazione italiana è diminuita, ma le famiglie sono aumentate di oltre 714.000 unità, con una notevole crescita dei nuclei familiari più piccoli. Questo nuovo fabbisogno è stato in gran parte disatteso e, anche con le stime più ottimistiche del Cresme, mancano almeno 247mila case. L'Italia è oggi uno dei Paesi europei con il peggior rapporto tra nuove costruzioni e crescita delle famiglie.

A questa carenza si aggiunge l’inadeguatezza delle tipologie edilizie rispetto alla domanda reale, con nuclei familiari più piccoli, giovani e anziani, che richiedono soluzioni più flessibili, sostenibili e accessibili.

La questione della domanda abitativa e dell’housing sociale, le politiche energetiche, la gestione del territorio, la mancanza di lavoratori e l'esaurirsi della spinta del PNRR confermano la necessità di uno scenario strategico di medio periodo basato su una forte spinta innovativa del settore.

Sara Busato

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