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Ritardi della sanità

Riapertura del CRIC di Padova: un ritardo inaccettabile per Boron

Il Centro Regionale Invecchiamento Cerebrale resta chiuso, mentre le liste d’attesa si allungano e i pazienti affetti da Alzheimer attendono cure essenziali. Il consigliere Boron chiede chiarezza

Fabrizio Boron

Fabrizio Boron

Continua a rimanere chiuso il Centro Regionale Invecchiamento Cerebrale (CRIC) di Padova, un presidio essenziale per la diagnosi e la cura delle malattie neurodegenerative, in particolare l’Alzheimer. Il consigliere regionale Fabrizio Boron (Forza Italia - Gruppo misto) ha recentemente presentato un’interrogazione in Commissione consiliare per far luce sui motivi del rinvio della riapertura del centro dopo la pausa estiva.

"Il CRIC ha sospeso le attività già da giugno – sottolinea Boron – e questo ha aggravato una situazione già complessa, con liste d’attesa sempre più lunghe e pazienti che necessitano di cure urgenti". Il centro, che ogni anno segue circa 2.000 pazienti provenienti da tutto il Veneto, fornisce diagnosi, terapie e riabilitazione per le persone affette da varie forme di decadimento cognitivo, inclusi i malati di Alzheimer, molti dei quali tra i 45 e i 50 anni.

La prolungata chiusura del CRIC, secondo Boron, sta creando gravi conseguenze non solo per i pazienti, che vedono interrotti i loro percorsi riabilitativi, ma anche per le famiglie coinvolte e per il personale sanitario che lavora con dedizione nel centro. "In un momento in cui le diagnosi di Alzheimer sono in aumento – ha aggiunto – non è accettabile che un reparto così cruciale venga sospeso per così tanto tempo".

La richiesta di Boron è chiara: la riapertura del CRIC è urgente e necessaria, non solo per i pazienti, ma per tutto il sistema sanitario regionale che rischia di essere travolto dalle crescenti esigenze di cura per le malattie neurodegenerative.

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