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Polemica ambientale
30.10.2024 - 17:56
Andrea Zanoni, PD
Una grave controversia si sta sviluppando attorno al Bosco del Cansiglio, dove la costruzione di una strada silvopastorale ha portato alla strage di 675 alberi, molti dei quali secolari e monumentali. Andrea Zanoni, consigliere regionale del Partito Democratico, ha sollevato l'allerta, definendo l'accaduto come una nuova "Vaia", in riferimento ai danni causati dalla tempesta che ha colpito la zona.
La questione nasce da un’ordinanza emanata nel luglio 2021 dal Commissario per l'emergenza, che autorizzava la realizzazione di una strada di 4,5 chilometri nel Comune di Alpago, in una zona tutelata dalla Rete Natura 2000. Zanoni sottolinea che, nonostante la costruzione sia stata avviata con il consenso della Regione, i risultati sono devastanti: l'80% della strada è già stato completato e comporterà la distruzione di 15 alberi ogni 100 metri.
Zanoni non esita a mettere in discussione la gestione del patrimonio boschivo, richiamando alla memoria il fatto che l'area è protetta sin dal 1548, con severe sanzioni per chi osasse tagliare alberi. Oggi, invece, accusa la Regione di considerare il bosco come una zona degradata da razziare.
“Nonostante una valutazione negativa sulla sostenibilità del progetto, è stata introdotta una misura di compensazione che prevede l’ampliamento dell’area Rete Natura 2000, ma senza piantare un solo albero”, denuncia il consigliere, evidenziando che il compenso non riesce nemmeno a eguagliare la perdita di biodiversità e il valore storico di ciò che viene abbattuto.
Zanoni fa inoltre riferimento a ricerche che attestano l’unicità di alcuni esemplari di abeti bianchi, tra cui decine che sono i più grandi d’Europa. Nonostante ciò, il governo regionale ha scelto la loro distruzione.
Il consigliere ha già richiesto accesso agli atti per indagare più a fondo sulle motivazioni e le aspettative legate ai sopralluoghi effettuati, i cui risultati sono stati considerati positivi senza alcuna chiarezza sui criteri di valutazione. “È una vergogna che tutto ciò avvenga con un costo pubblico di 400 mila euro, beneficiando solo un privato vincitore dell'appalto, mentre il patrimonio naturalistico e storico viene spazzato via”, ha concluso Zanoni, chiedendo un intervento per fermare questo scempio ambientale, in netto contrasto con le recenti normative europee sulla tutela e il ripristino ambientale.
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