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Diga del Vanoi, un netto "no" dalla Provincia

Osservazioni su sicurezza, procedure e risorse idriche: il documento evidenzia le criticità del progetto

La Provincia boccia la diga del Vanoi con un documento di ventuno pagine depositato entro la scadenza di oggi. Il testo, redatto dagli uffici tecnici provinciali, riporta dettagliate osservazioni contrarie alla realizzazione dell'invaso progettato dal Consorzio di Bonifica Brenta, richiamando questioni di sicurezza, stime idriche e procedure.

Il presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, ha dichiarato: «Il nostro è un lavoro tecnico molto preciso, che ribadisce la volontà politica e territoriale di opporsi a questa opera. Anche il presidente della Provincia di Trento, Fugatti, concorda: la diga del Vanoi non si deve fare».

Il documento presentato dalla Provincia, inviato al Consorzio proponente e per conoscenza ai ministeri delle Infrastrutture e dell’Agricoltura, si basa su un'analisi rigorosa di conformità alla normativa vigente, in particolare alle "Norme tecniche per la progettazione e la costruzione degli sbarramenti di ritenuta" emanate nel 2014. Secondo il consigliere delegato al demanio idrico, Massimo Bortoluzzi, il progetto non rispetta tali norme, risultando carente negli studi di tenuta idraulica.

Le osservazioni si articolano in sette capitoli. Nel primo, la Provincia contesta l'impatto della diga sul deflusso ecologico del fiume Brenta, sostenendo che il nuovo invaso non riuscirebbe a rispettare i requisiti ecologici richiesti. Nel secondo capitolo, viene criticata la motivazione del bacino come opera di laminazione per ridurre le alluvioni, con l'indicazione di alternative come lo sghiaiamento degli invasi già esistenti.

Altre critiche vengono mosse agli obiettivi di ricarica delle falde e produzione idroelettrica, considerati sovrastimati rispetto alle reali possibilità. Sul fronte della sicurezza idrogeologica, il documento mette in luce l'assenza di studi specifici nella zona del Vanoi, un’area a rischio di frana di livello massimo (P4).

Le ultime sezioni del documento evidenziano problemi di sovrastima della disponibilità idrica, rischi di sedimentazione e criticità procedurali. «Le nostre osservazioni – precisa Bortoluzzi – erano state già portate al dibattito pubblico, e ora si presentano in una sintesi completa, chiara e strutturata».

Infine, il presidente Padrin ha ringraziato gli uffici e i collaboratori per il lavoro svolto: «Speriamo che il nostro no venga accolto e che si possa finalmente archiviare questo progetto».

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