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Diga sul Vanoi, Masolo (Europa Verde): "13mila firme consegnate a Venezia, ma Roma rimane in silenzio"

Il consigliere regionale critica la mancanza di azioni concrete da parte del Governo centrale e rilancia il tema della gestione delle risorse idriche

Renzo Masolo

Renzo Masolo di Europa Verde

Oltre 13.000 firme raccolte da cittadini veneti contrari al progetto della diga sul Vanoi sono state consegnate oggi a Palazzo Ferro-Fini a Venezia. Il gesto è stato accolto dal consigliere regionale di Europa Verde Renzo Masolo, che ha sottolineato la preoccupazione per la sicurezza e la sostenibilità del progetto. Masolo, insieme all’eurodeputata Cristina Guarda, ha evidenziato come la protesta vada ben oltre i confini regionali, con il governo romano che, secondo lui, resta “in silenzio” su un tema di vitale importanza per la regione.

“Nonostante le parole del presidente Zaia che si è espresso contro il progetto, la realtà è che a Roma non si sente alcuna risposta,” ha dichiarato Masolo. “Siamo qui oggi con 13.000 firme che testimoniano la contrarietà dei cittadini, ma è il silenzio della politica romana che risuona come un vuoto preoccupante.”

L’opposizione alla diga, che ha scatenato un ampio dibattito, viene descritta da Masolo come una battaglia condivisa trasversalmente, che deve superare i confini politici. “Il rischio di realizzare questa diga riguarda tutti, indipendentemente dal partito. È ora di smettere di parlare del progetto e cominciare a considerare soluzioni alternative che siano più efficaci e meno costose,” ha proseguito. Le alternative, sostiene, non solo potrebbero garantire una maggiore disponibilità di acqua, ma risulterebbero anche più sicure in un contesto di cambiamento climatico e fragilità del territorio.

Un tema sottolineato anche da Cristina Guarda, che ha seguito la vicenda fin dal suo inizio, quando, da consigliera regionale, ha proposto soluzioni meno impattanti per l’ambiente e per le tasche dei cittadini. In qualità di eurodeputata, ha formalizzato una denuncia alla Commissione Europea, per presunti abusi legati al progetto. Secondo Guarda, il progetto della diga potrebbe violare diverse normative europee, tra cui quelle relative alla gestione delle acque e alla protezione dalle alluvioni.

"Il progetto non ha preso in considerazione scenari alternativi e potrebbe infrangere direttive fondamentali, come quelle sul trattamento delle acque e la valutazione dell’impatto ambientale," ha spiegato.

Infine, Masolo ha voluto ringraziare i cittadini e i volontari che si sono impegnati in prima persona per la raccolta delle firme, sottolineando il grande impegno di chi ha percorso il cammino a piedi, portando la petizione fino a Venezia. Un atto simbolico, ma concreto, che segnala la determinazione di un’intera comunità nel chiedere cambiamenti.

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