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Crisi del lusso
20.11.2024 - 16:34
La parlamentare Rachele Scarpa
La decisione di DFS Italia di avviare la procedura di licenziamento collettivo per 226 dipendenti del Fondaco dei Tedeschi, storico store di lusso nel cuore di Venezia, scuote la città e apre scenari preoccupanti per l’economia locale. Oltre ai dipendenti diretti, la crisi coinvolge anche i lavoratori degli appalti, portando a oltre 300 il totale delle persone colpite.
“La situazione è gravissima – sottolinea Rachele Scarpa, deputata del Partito Democratico – e rischia di avere un impatto devastante non solo sulle condizioni di vita dei lavoratori, ma anche sulla qualità del lavoro in un contesto già fragile come quello veneziano. Sfruttare il brand di Venezia per poi abbandonarla senza una prospettiva di lungo termine è inaccettabile”.
L’operazione di DFS, società controllata da LVMH, segna la fine di un progetto avviato con grandi ambizioni. Il Fondaco, dopo il restyling affidato all’architetto Rem Koolhaas e la gestione sotto il marchio DFS, sembrava destinato a consolidarsi come simbolo del lusso a Venezia. Ora, però, la chiusura rappresenta un duro colpo per la città, che vede sfumare non solo posti di lavoro, ma anche investimenti e visione imprenditoriale.
Scarpa ha presentato un’interrogazione ai ministri Adolfo Urso (Imprese e Made in Italy) e Marina Calderone (Lavoro), chiedendo di rispondere alle sollecitazioni dei sindacati. “Il Governo – aggiunge Scarpa – deve aprire un tavolo con tutte le parti coinvolte per tutelare i lavoratori e l’interesse della città”.
L’ombra della crisi economica si allunga così su Venezia, dove le difficoltà legate alla monocultura turistica e alla gestione del patrimonio storico si sommano a scelte aziendali che sembrano ignorare le ricadute sociali e territoriali. Il futuro del Fondaco dei Tedeschi resta un rebus, ma una cosa è certa: il prezzo più alto lo stanno pagando i lavoratori.
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