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Politica
21.11.2024 - 10:45
Venezia si trova ora al centro di un'indagine che potrebbe cambiare il modo in cui i turisti accedono alla città. La Procura di Venezia ha avviato un'inchiesta su un fenomeno che sta causando non pochi grattacapi al Comune: l'uso improprio dei QR code per evitare il pagamento del contributo d'accesso. Questo stratagemma, che potrebbe sembrare un semplice escamotage, si è trasformato in una questione di rilevanza legale e finanziaria.
Il sistema di contributo d'accesso a Venezia è stato introdotto per gestire il flusso turistico e preservare l'integrità della città. Tuttavia, alcuni siti e applicazioni hanno iniziato a generare automaticamente QR code per i cosiddetti amici in visita, permettendo loro di bypassare il pagamento. Questo non solo rappresenta una violazione delle norme, ma anche un danno economico significativo per il Comune, che si vede privato di risorse fondamentali per la manutenzione e la gestione della città.
La Procura di Venezia, come riportato dal Corriere del Veneto, ha preso in carico la questione dopo un esposto presentato la scorsa estate dall'allora procuratore Bruno Cherchi. L'accusa è di truffa aggravata ai danni di Ca' Farsetti, sede del Comune. Un legale è stato incaricato di seguire il procedimento, segno che le autorità stanno prendendo molto sul serio questa vicenda.
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