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Crisi Berco, raggiunto un primo accordo al tavolo ministeriale: fuoriuscite volontarie e incentivate

L'assessore Mantovan esprime soddisfazione per l'accordo che evita licenziamenti unilaterali e punta al rilancio dell'azienda

Valeria Mantovan

@Facebook Valeria Mantovan

Si è concluso ieri un incontro di oltre sei ore al Ministero delle Imprese e del Made in Italy per affrontare la crisi che ha colpito l’azienda Berco, parte del gruppo tedesco ThyssenKrupp, specializzata nella produzione di componenti per macchine movimento terra cingolate. L’incontro ha visto la partecipazione delle strutture tecniche del Ministero, dei vertici aziendali, delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni locali di Emilia Romagna e Veneto. Quest'ultimo era rappresentato dall’assessore regionale al Lavoro, Valeria Mantovan, insieme ai rappresentanti dell’Unità di Crisi aziendali di Veneto Lavoro e della Direzione Lavoro regionale.

Il risultato della lunga giornata di confronto è un primo accordo che, pur avendo inizialmente previsto 480 esuberi, ha stabilito un piano diverso: saranno 400 i lavoratori dello stabilimento di Copparo (FE) che avranno la possibilità di uscire volontariamente dall'azienda, accompagnati da un incentivo. Le adesioni dovranno pervenire entro il 16 gennaio 2025, stesso termine entro cui si concluderà anche il confronto sulla revisione del contratto integrativo aziendale.

“È stato raggiunto un primo importante risultato che esclude i licenziamenti unilaterali, avviando una procedura di fuoriuscita dei lavoratori su base esclusivamente volontaria e incentivata, che sarà anche assistita da percorsi di ricollocamento”, ha dichiarato l’assessore Mantovan. “Auspico che il confronto tra azienda e organizzazioni sindacali possa condurre a soluzioni in grado di favorire il rilancio e lo sviluppo dell'azienda. Come Regione manteniamo alto il livello di attenzione e dichiariamo la massima disponibilità a supporto delle Parti. Ci aspettiamo tuttavia, conclude l’assessore Mantovan, che l’azienda costruisca e condivida, proprio sulla base del confronto con sindacati e istituzioni, un piano industriale di rilancio che, per noi, non potrà prescindere dal mantenimento di una solida base produttiva nei nostri territori”.

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