Sorgà, cittadini senza medico di famiglia: la denuncia di Bigon (PD)

A nove mesi dal pensionamento del medico, ancora molti senza assistenza. "Misure insufficienti e reclutamento troppo lento" accusa la consigliera regionale

Aurora Ricci

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11.12.2024 - 09:08

Sorgà, cittadini senza medico di famiglia: la denuncia di Bigon (PD)

A Sorgà, nel Veronese, la situazione dei servizi sanitari di base resta critica. A nove mesi dal pensionamento di uno dei due medici di famiglia operanti nel territorio, ben 1.500 pazienti continuano a subire disagi, con molti rimasti privi di un’assistenza fissa e regolare. La questione è stata sollevata dalla consigliera regionale del Partito Democratico, Anna Maria Bigon, che lo scorso febbraio aveva presentato un’interrogazione in merito e ha ricevuto risposta solo ieri. La Giunta regionale – spiega Bigon – riferisce che, dopo aver aumentato il massimale di pazienti per medico da 1.500 a 1.800, solo due professionisti su nove nell’ambito territoriale hanno accettato di prendere in carico più assistiti. È stato anche attivato un servizio medico distrettuale per chi è rimasto senza medico di base, ma non è chiaro quanto sia efficace o facilmente accessibile. Secondo la consigliera, il quadro generale mostra un’incapacità di gestire la crisi. Nonostante numerosi bandi e avvisi per il reclutamento di nuovi medici, i risultati sono stati del tutto insoddisfacenti. Il reclutamento procede a rilento e il servizio medico distrettuale rappresenta una soluzione temporanea, incapace di rispondere ai bisogni immediati della comunità di Sorgà. Bigon evidenzia anche un problema strutturale nella formazione dei medici. L’aumento delle borse di studio per la formazione non basta, soprattutto se il 40% di esse rimane non assegnato. Serve un intervento più incisivo, a partire dall’equiparare l’importo delle borse di formazione a quello delle borse di specialità. La consigliera chiude con un appello alla Giunta regionale, sollecitando misure più concrete e rapide per garantire ai cittadini di Sorgà il diritto all’assistenza sanitaria di base.

A Sorgà, nel Veronese, la situazione dei servizi sanitari di base resta critica. A nove mesi dal pensionamento di uno dei due medici di famiglia operanti nel territorio, ben 1.500 pazienti continuano a subire disagi, con molti rimasti privi di un’assistenza fissa e regolare. La questione è stata sollevata dalla consigliera regionale del Partito Democratico, Anna Maria Bigon, che lo scorso febbraio aveva presentato un’interrogazione in merito e ha ricevuto risposta solo ieri.

"La Giunta regionale – spiega Bigon – riferisce che, dopo aver aumentato il massimale di pazienti per medico da 1.500 a 1.800, solo due professionisti su nove nell’ambito territoriale hanno accettato di prendere in carico più assistiti. È stato anche attivato un servizio medico distrettuale per chi è rimasto senza medico di base, ma non è chiaro quanto sia efficace o facilmente accessibile".

Secondo la consigliera, il quadro generale mostra un’incapacità di gestire la crisi. "Nonostante numerosi bandi e avvisi per il reclutamento di nuovi medici, i risultati sono stati del tutto insoddisfacenti. Il reclutamento procede a rilento e il servizio medico distrettuale rappresenta una soluzione temporanea, incapace di rispondere ai bisogni immediati della comunità di Sorgà".

Bigon evidenzia anche un problema strutturale nella formazione dei medici. "L’aumento delle borse di studio per la formazione non basta, soprattutto se il 40% di esse rimane non assegnato. Serve un intervento più incisivo, a partire dall’equiparare l’importo delle borse di formazione a quello delle borse di specialità".

La consigliera chiude con un appello alla Giunta regionale, sollecitando misure più concrete e rapide per garantire ai cittadini di Sorgà il diritto all’assistenza sanitaria di base.