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10.01.2025 - 13:30
“Cominciano i licenziamenti anche in Veneto e molte imprese italiane sono a rischio di chiusura per la legge sul Pay-back sanità voluta a suo tempo da Renzi e mai disapplicata. Si tratta di un esproprio proletario da parte di uno Stato che, prima obbliga le imprese a fare le forniture di dispositivi sanitari per non mettere a pregiudizio la salute dei cittadini e poi impone alle stesse, con effetto retroattivo, di restituire parte del fatturato per coprire i buchi nella sanità. Questa assurda legge sta per essere attuata e vi sono imprese che devono restituire somme così rilevanti che sono costrette a cessare la loro attività, licenziando il personale”. A denunciarlo è Stefano Valdegamberi, presidente del Gruppo Misto.
“Mi giungono in questi giorni – commenta Valdegamberi – notizie dei primi licenziamenti anche in Veneto e il rischio del tracollo è dietro l’angolo. Riusciranno a sopravvivere solo le multinazionali, poche e in cartello tra loro, che alla fine ringrazieranno lo Stato per aver concesso loro il 100% del mercato, eliminando ogni concorrenza nazionale”. Il presidente di Conflavoro Pmi Sanità, Gennaro Broya de Lucia, ha chiesto che le piccole e medie imprese con un fatturato fino a 10 milioni siano sollevate dall’ingiusta restituzione, per salvaguardare circa 200.000 posti di lavoro in Italia e le 4.000 aziende del settore.
Valdegamberi conclude con un appello: “Invito, pertanto, la Giunta a considerare con attenzione il problema e a sollevarlo sui tavoli del governo nazionale. Questo riguarda molte imprese venete, con il rischio di gravi ricadute occupazionali, sociali e sulla qualità dei servizi sanitari. La difesa delle piccole e medie imprese nazionali è fondamentale, soprattutto in questo campo, per non finire ostaggio dei grandi monopoli mondiali. Le mascherine del Covid-19 poco hanno insegnato”.
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