Cerca

Test Miles 33

Scopri tutti gli eventi

EVENTI

Politica

Autonomia differenziata, la Consulta si esprime oggi sul referendum abrogativo

La Corte Costituzionale si pronuncerà sulla legge Calderoli, con il rischio che il quesito venga giudicato inammissibile dopo i suoi recenti interventi

Autonomia, la Consulta oggi deciderà sul referendum: un futuro incerto, ma potrebbero essere solide le ragioni per un blocco

La decisione tanto attesa sulla legge Calderoli arriva finalmente oggi lunedì 20 gennaio, con gli undici giudici costituzionali chiamati a valutare l'ammissibilità del referendum sull'autonomia differenziata. Sebbene inizialmente ci fosse speranza di un quorum completo, l'assenza di un accordo politico tra i partiti ha costretto la Consulta a decidere comunque con gli undici membri disponibili. La situazione resta instabile, visto che il Parlamento, convocato per il 23 gennaio, non ha ancora trovato un'intesa.

Gli occhi del governo e della politica sono puntati sulla questione dell'autonomia differenziata. La premier Giorgia Meloni ha già dichiarato la sua intenzione di rimanere lontana da una campagna referendaria che non considera una sua battaglia politica. Le recenti modifiche alla legge Calderoli, effettuate dalla stessa Corte Costituzionale con la sentenza 192 del 2024, potrebbero portare i giudici a dichiarare il quesito inammissibile. In tal caso, il referendum, previsto per la prossima primavera, verrebbe annullato.

Il governo non interverrà ufficialmente a favore della legge, ma sarà la Regione Veneto, attraverso l'intervento del costituzionalista Mario Bertolissi, a difendere l'ammissibilità del quesito. La principale argomentazione contro il referendum è che, dopo l'intervento della Corte, i principi che stavano alla base della legge Calderoli sono cambiati. Con la riformulazione delle modalità e competenze, il quesito potrebbe risultare ormai privo di fondamento.

Nonostante il parere favorevole della Cassazione, la decisione della Consulta rimane in bilico. I giudici potrebbero ritenere il quesito non ammissibile per altre ragioni, tra cui la mancanza di chiarezza nella formulazione del testo. Se ciò dovesse accadere, il Partito Democratico potrebbe ritrovarsi con una vittoria giuridica, ma una sconfitta politica, considerando la possibilità di un basso afflusso alle urne, soprattutto nel Sud Italia.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edizione