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La polemica

Treviso, ricompare la "panchina dei migranti": polemica dopo la morte di Gentilini

I Centri sociali rispolverano il gesto simbolo dell’ex sindaco ‘sceriffo’

Treviso, ricompare la "panchina dei migranti": polemica dopo la morte di Gentilini

Gentilini

A pochi giorni dalla scomparsa dell’ex sindaco Giancarlo Gentilini, figura storica e controversa della politica trevigiana, la città torna a dividersi sul suo operato. Il 25 aprile, durante una manifestazione alternativa alla cerimonia ufficiale per la Festa della Liberazione, i Centri sociali hanno inscenato una protesta riportando in piazza una panchina verde, simbolo di una delle decisioni più discusse del “sindaco sceriffo”.

Nel 1997, infatti, Gentilini ordinò la rimozione di alcune panchine per impedire ai migranti di fermarsi nei parchi pubblici, suscitando all’epoca un acceso dibattito nazionale. Ora, a distanza di quasi trent’anni, quella scelta è stata evocata in chiave critica dal Centro sociale Django e da altre realtà antagoniste, che hanno trasportato una panchina simile nel corteo del 25 aprile, lasciandola infine in piazza dei Signori, davanti alla Prefettura.

La reazione della politica
Il gesto ha riacceso il confronto ideologico. Il sindaco Mario Conte, esponente della Lega, ha parlato di “spettacolo grottesco e offensivo” nei confronti di una figura che – ha detto – “ha segnato la storia della città”. Dal centrodestra, Lega e Fratelli d’Italia in particolare, sono arrivate dure critiche, definendo l’iniziativa un’irrispettosa strumentalizzazione.

Dall’altra parte, gli attivisti hanno rivendicato la provocazione come un atto di memoria attiva contro il razzismo e le politiche discriminatorie, definendo Gentilini “il sindaco più razzista che Treviso abbia avuto”.

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