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Tasse e terzo mandato, governo ancora diviso

Meloni "tagli all'Irpef", Salvini "rottamazione", è scontro nel governo su Terzo Mandato

consiglio dei ministri

Giorgia Meloni e i vicepresidenti attuali Salvini e Tajani

Lo scontro interno al governo italiano, inerente alle politiche fiscali, sta diventando sempre più evidente. La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito la sua determinazione nel concentrare gli sforzi istituzionali sulla riduzione dell'Irpef. Tale proposta ha ottenuto il sostegno del vicepremier Antonio Tajani. Parallelamente, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, continua a sostenere con forza la necessità di promuovere una "pace fiscale" e l'annullamento delle cartelle esattoriali, che egli definisce non solo una priorità, ma una "emergenza" vera e propria. Il dibattito, che per lungo tempo è rimasto sotterraneo, è tornato alla ribalta in occasione dei cordiali Stati Generali dei Commercialisti. In questo contesto, la Presidente del Consiglio è intervenuta inaspettatamente nella mattinata. Successivamente, Matteo Salvini ha divulgato una nota mentre a Palazzo Chigi era in corso un vertice di governo focalizzato sul complesso tema del fine vita. Nel contempo, Forza Italia si è espressa con fermezza contro la possibilità di consentire un terzo mandato ai governatori regionali.

Governo, scontro sulle politiche fiscali, si gioca il terzo mandato

L'entusiasmo che aveva seguito il referendum ha rapidamente lasciato il posto alle tensioni interne alla maggioranza di governo. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha approfittato dell'affievolimento delle forze di opposizione per recarsi inaspettatamente all'assemblea dei commercialisti, dove era previsto un suo intervento solo tramite videocollegamento. Invece, Elly Schlein ha deciso di non partecipare. La Premier ha ricevuto un'accoglienza calorosa dalla platea, che l'ha omaggiata con applausi e una standing ovation, soprattutto in merito alla riforma della responsabilità dei componenti del collegio sindacale, reazione che ha colto di sorpresa la stessa Meloni: "Mi imbarazzate, ragazzi". Durante il suo intervento di dodici minuti, Meloni ha ribadito i suoi principi riguardanti un sistema fiscale che "deve aiutare e non opprimere", rivendicando i "risultati migliori della storia nella lotta all'evasione fiscale". Ha inoltre annunciato che la riforma dell'Irpef è ancora in corso: "Intendiamo concentrarci sul ceto medio". Questo tema è stato discusso da tempo, e l'obiettivo del governo è stato ribadito dal viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, che ha parlato di un taglio delle aliquote per i redditi compresi tra 28.000 e 50-60.000 euro. Sebbene il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, fosse previsto tra gli oratori, ha lasciato l'assemblea anzitempo, commentando brevemente: "Abbiamo ancora due anni e mezzo". Parallelamente, a Palazzo Chigi si è tenuta una riunione alla quale hanno partecipato Meloni, i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani, il leader di "Noi moderati" Maurizio Lupi, il ministro della Giustizia Carlo Nordio e la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, per discutere la strategia sul fine vita. Salvini ha accennato a un approccio di calma, mentre gli alleati hanno evidenziato l'intento di lavorare su un testo comune. L'inclusione delle cure palliative nella proposta di legge è stata favorevolmente accolta dalla comunità cattolica. Meloni, aprendo l'incontro, ha sottolineato: "A scanso di equivoci, non sono qui a bacchettare nessuno, anzi sono fiera dei miei ministri, in particolare dei vicepremier". Tuttavia, dallo stesso tavolo, Salvini ha esposto una posizione in contrasto con gli annunci della Premier: "Per la Lega e per il governo, una giusta, attesa e definitiva pace fiscale, e una rottamazione di milioni di cartelle esattoriali che stanno bloccando l'economia del Paese, sono una priorità, anzi un'emergenza".

Negli ultimi tempi, il partito di cui si discute ha concentrato i suoi sforzi, insieme a Giorgetti, nel ridefinire una proposta già presentata in Parlamento, la quale implicherebbe una spesa di circa un miliardo di euro. Tuttavia, tra gli alleati non c'è accordo su come impiegare il "tesoretto", ora che si intravede un margine di manovra, complice la riduzione dello spread e i giudizi favorevoli da parte delle agenzie di rating. "Salvini si oppone a qualsiasi proposta", è il punto di vista che emerge dai vertici del governo, dove si percepisce anche un certo malcontento riguardo alcune strategie leghiste alla Rai, con il sospetto di un vero e proprio riposizionamento in questa delicata seconda fase della legislatura. Il tema del terzo mandato rappresenta un ulteriore terreno di contesa. Nonostante il suo partito abbia mostrato apertura, secondo alcuni osservatori interni alla coalizione, Meloni non sembrerebbe particolarmente incline a legittimare tale possibilità, rafforzando invece il suo legame con Tajani su questo dossier. Una strategia di "poliziotto buono-poliziotto cattivo", suggeriscono coloro che li osservano da vicino. Riguardo al terzo mandato, il leader di Forza Italia insiste: "Siamo contrari, non è accettabile introdurlo alla vigilia delle elezioni". L'esito di questo scontro potrebbe modificare gli scenari politici in vista delle elezioni regionali d'autunno, in particolare in Veneto e Campania, e le tensioni si estendono anche al tema della cittadinanza. Meloni è ferma nella decisione di non modificare la legge attuale e dalla Lega ribadiscono che non c'è spazio né per lo Ius Soli, richiesto dalle opposizioni, né per lo Ius Scholae, proposto da Forza Italia. "Noi proseguiamo - assicura Tajani -. Non ho bisogno di chiedere permesso in Parlamento per presentare un disegno di legge. In politica si discute, non dò ordini, ma nemmeno li ricevo".

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