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Politica
26.08.2025 - 15:15
La crisi del commercio al dettaglio continua a lasciare segni profondi nei centri storici e nei quartieri delle città venete. Negli ultimi dodici anni il tessuto commerciale ha perso oltre 2.500 attività, con intere vie svuotate e vetrine oscurate. Giovanni Manildo, candidato presidente del Veneto per la coalizione di centrosinistra, ha scelto di affrontare il tema con una proposta che punta a riequilibrare il rapporto tra grande distribuzione e commercio di vicinato.
«Il piccolo commercio non è solo economia: è servizio, presidio sociale e qualità della vita – spiega Manildo –. Quando chiude un negozio, si spegne un pezzo di città. Dobbiamo invertire la rotta con misure strutturali e lungimiranti».
La proposta del candidato si muove su due binari. A livello nazionale, Manildo chiede la reintroduzione dei crediti d’imposta per le micro e piccole imprese del commercio, misura che considera “urgente e necessaria” per ridare fiato a chi ogni giorno affronta sfide crescenti tra affitti, bollette e calo dei consumi.
Ma è sul fronte regionale che arriva la proposta più concreta e innovativa: destinare una parte degli oneri di urbanizzazione legati a nuovi insediamenti commerciali al sostegno dei negozi di quartiere.
«Se si costruisce un nuovo centro commerciale, un polo logistico o un grande supermercato – afferma Manildo – una quota delle risorse versate deve tornare ai territori, sotto forma di sostegno ai piccoli esercenti. È una questione di giustizia economica, ma anche di visione urbana. La grande distribuzione non può crescere sulle macerie del commercio locale».
Manildo inserisce il rilancio del commercio di prossimità all’interno di una visione più ampia: quella della rigenerazione urbana. «I negozi non sono solo vetrine: sono presidi di sicurezza, luoghi di incontro, spazi identitari. Riaccenderli significa riattivare interi quartieri, offrire servizi a misura d’uomo e contrastare il degrado urbano».
Il progetto è pensato per coinvolgere tutte le realtà territoriali, dai piccoli comuni alle periferie delle grandi città, senza dimenticare le frazioni. «Un Veneto più vivibile e sicuro passa anche da qui: da marciapiedi frequentati, piazze animate, esercizi commerciali che tornano a essere punti di riferimento per le comunità».
Il commercio locale, per Manildo, è anche un indicatore del benessere sociale. «Quando i negozi abbassano le serrande, a perdere non è solo il fatturato di un imprenditore, ma la vitalità di un’intera comunità. Ecco perché il sostegno al commercio di prossimità sarà una priorità assoluta del nostro programma di governo».
In conclusione, l’ex sindaco di Treviso rilancia:
«Le città del futuro non sono fatte di capannoni ai margini, ma di centri vissuti e relazioni umane. Difendere il piccolo commercio significa difendere il tessuto sociale del Veneto. E noi vogliamo partire proprio da qui: dalle vetrine accese e dai volti conosciuti dietro un bancone, che fanno ancora la differenza in un mondo sempre più impersonale».
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