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Politica e diritti
27.08.2025 - 16:44
PADOVA 25–06-2022 PALAZZO MORONI- NUOVA GIUNTA COMUNALE - SINDACO SERGIO GIORDANI. ASSESSORE ALLE POLITICHE SOCIALI-MARGHERITA COLONNELLO. ©NICOLA FOSSELLA
Né rosa né azzurro: per la nascita del piccolo Aronne, figlio dell’assessora al Sociale del Comune di Padova Margherita Colonnello e di suo marito Cosimo, la scelta è stata quella di un fiocco arcobaleno. Un gesto semplice, già annunciato lo scorso maggio al Padova Pride, come augurio di libertà e di rifiuto degli stereotipi di genere. Un modo per dire che tutti i colori sono belli, e che spetterà un giorno al bambino scegliere i propri.
Eppure, questo gesto simbolico è bastato a scatenare una polemica nazionale. A lanciare la carica, la Lega: da Matteo Salvini alla consigliera comunale padovana Francesca Mosco, che hanno trasformato un fiocco in un caso politico. La macchina della propaganda – la bestia – ha distorto le parole pronunciate mesi fa dall’assessora, trasformandole in una caricatura facile da condividere sui social, carburante per indignazione finta e insulti veri.
Il risultato? Una famiglia, con un neonato di appena due settimane, esposta al fuoco di fila dei leoni da tastiera della destra. Per puro tatticismo politico. Mentre la destra si autoproclama “difensore della famiglia tradizionale”, non esita a calpestare la serenità di una giovane coppia e del loro bambino, racimolando di fatto qualche clic e titolone. Naturalmente poco, tanto più che i valori di amore, rispetto e libertà evocati da quel fiocco arcobaleno dovrebbero essere patrimonio collettivo.
Ecco di seguito la lettera pubblicata dall'assessora sui suoi profili social:
Nostro figlio non ha ancora due settimane. Non avremmo immaginato di dover impiegare questo tempo prezioso sommersi da una polemica nazionale sulla nostra famiglia.
I leoni da tastiera si sono scatenati sulla base di una dichiarazione non riportata correttamente, riempiendoci di odio. La “bestia” ha preso il nostro discorso al Pride di Padova, pronunciato 3 mesi fa, e lo ha distorto, rendendolo machiettistico e un contenuto facile da condividere per alimentare violenza verbale.
Il nostro discorso al Pride, che chiunque può riascoltare, è stato pensato e pronunciato contro gli stereotipi di genere che ancora oggi influenzano la nostra società, generando odio e discriminazione. Ci siamo sentiti di augurare pubblicamente a nostro figlio di scegliere l’arcobaleno come simbolo di amore e pace in un mondo che distorce la bellezza e la varietà della vita al solo bianco e nero.
Non gli abbiamo chiesto di decidere se essere maschio o femmina. Gli abbiamo promesso, in una società ancora troppo impaurita, che saremo sempre al suo fianco, qualsiasi cosa deciderà per la sua vita e chiunque deciderà di essere. Questo per noi vuol dire amore di genitori.
Speriamo che chi si erge a “difensore della famiglia” possa avere rispetto della nostra tranquillità in giorni così intensi e bellissimi. Giorni che vorremmo trascorrere solo in compagnia di nostro figlio, senza doverci difendere dagli attacchi della destra. Ringraziamo chi ci sta dimostrando solidarietà e sostegno.
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