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Politica, l'ospite a Buongiorno Veneto
25.09.2025 - 14:43
Gian Antonio Da Re
Il raduno di Pontida, tradizionale appuntamento annuale della Lega, è tornato sotto i riflettori, soprattutto in vista delle imminenti elezioni regionali di novembre. Se da un lato il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha voluto sottolineare la trasformazione del partito, dall'altro c'è chi, come Gian Antonio Da Re, storico esponente della Lega, non esita a denunciare la deriva che il partito ha preso sotto la guida di Matteo Salvini.
Ospite a "Buongiorno Veneto", trasmissione di Radio Veneto24, Da Re, che ha fatto parte della Lega delle origini ed è stato anche eurodeputato, ha parlato con chiarezza del suo disaccordo con il segretario attuale, criticando la perdita di radicamento territoriale e la crescente centralizzazione del partito a livello nazionale.
Secondo Da Re, quello che un tempo era il tratto distintivo della Lega, ossia l'attenzione alle specifiche esigenze dei territori, in particolare del Veneto, oggi è stato sostituito da un nazionalismo che non rispecchia più l’identità di chi ha costruito il partito. "La Lega di Bossi era la Lega dei popoli, quella che vedeva in ogni regione una forza vitale, una differenza da rispettare e valorizzare", ha spiegato Da Re. "Oggi invece, il partito si è trasformato in una forza nazionalista che non parla più alle persone del Veneto, della Lombardia o del Friuli Venezia Giulia. Si parla di un’Italia unita, ma senza valorizzare le specificità che hanno fatto grande ogni singola regione".
L'ex eurodeputato non ha risparmiato critiche nemmeno alla recente adesione di figure legate a movimenti estremisti, come Vannacci, sottolineando che l'ingresso di personaggi controversi nella Lega è stata una mossa sbagliata, finalizzata solo a raccogliere consensi a livello europeo, ma che ha creato disorientamento tra gli elettori storici del partito. "Queste scelte stanno portando alla frammentazione del partito", ha detto Da Re. "La Lega sta perdendo la sua anima originaria".
Il dibattito sull'unità del centrodestra, in vista delle elezioni regionali, è stato un altro tema caldo. Da Re ha osservato con preoccupazione che, sebbene si stia cercando un candidato unico per il governatore del Veneto, i nomi proposti non sono sufficientemente rappresentativi delle reali esigenze del territorio. "Non basta scegliere un nome che accontenti tutte le parti. Serve una visione chiara per il futuro del Veneto", ha aggiunto.
Secondo Da Re, il problema principale è la mancanza di un programma forte e concreto per il futuro della regione: "La gente è stanca di battaglie interne per il potere. Servono proposte serie per il Veneto, non solo lotte per il nome del candidato".
Nonostante le sue critiche alla Lega, Da Re ha ribadito il suo impegno in politica, ora con il movimento Liga Veneta Repubblica. "Vogliamo portare avanti l’identità e le priorità del Veneto, senza cedere alle sirene del nazionalismo", ha detto. La sua visione è quella di un Veneto che rimanga forte e indipendente, con un'attenzione particolare al benessere della sua gente e alle sue eccellenze, come il turismo, l’agricoltura e l’industria. "Abbiamo una regione che non può essere trascurata. Il nostro PIL è uno dei più alti d'Italia eppure siamo trattati come una regione qualsiasi. Non possiamo permetterlo".
Da Re ha anche posto l’accento sulle difficoltà economiche che il Veneto sta affrontando, soprattutto a causa della crisi che colpisce le aziende legate al settore dell’auto e alla crescente competizione internazionale. "Non possiamo più ignorare le difficoltà economiche, né la crisi tedesca che impatta le nostre aziende", ha concluso Da Re. "Il Veneto merita un governo che conosca il territorio e risponda alle sue esigenze".
Concludendo l’intervista, Da Re ha ribadito il suo impegno a dare voce a una Lega che non si riconosce più nelle sue origini. "Siamo pronti a lavorare per il Veneto, senza perderne l’identità e il valore che da sempre lo caratterizzano".
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