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Chioggia. Il centrodestra non ha i numeri, maggioranza nel caos, sindaco a rischio

Si fa sempre più infuocato lo scontro fra gli schieramenti

Il centrodestra non ha i numeri, maggioranza  nel caos, sindaco a rischio

Il municipio di Chioggia

Barbara Penzo (Pd): “Quando non si governa più, si va a casa”.

La situazione politica a Chioggia è sempre più nel caos. Al momento in cui scriviamo per votare il bilancio in cui serve la maggioranza del consiglio comunale, non ci sono i numeri. Il consiglio che era previsto per il 4 dicembre è stato rinviato. I motivi, secondo il Comune, sarebbero legati al fatto che il presidente del consiglio Beniamino Boscolo Capon è stato vittima di un incidente stradale ed è in malattia a causa di un colpo di frusta. Il rinvio, notano diversi osservatori, permetterà alla maggioranza del sindaco Mauro Armelao di tentare di ricompattarsi. Ma ecco la cronaca delle ultime settimane: nel consiglio di venerdì 28 novembre, nessun provvedimento aveva potuto essere approvato a causa dell'assenza di una maggioranza (per voti contrari e assenti), lunedì 1 dicembre in una seconda riunione fiume invece i provvedimenti, diverse variazioni di bilancio sono stati approvati.

Ma la situazione resta precaria per il sindaco Mauro Armelao. Fratelli d'Italia rimane all'opposizione e ci resta anche la lista Energia Civica, uscita a ottobre 2025 e ovviamente il centrosinistra. Alla fine, una maggioranza risicata (9 a 8, con 7 assenti) si è trovata, ma non basta ad approvare provvedimenti, come il bilancio, che necessitano di maggioranze qualificate. Sulla questione la consigliera del Pd Barbara Penzo va all’attacco e con tutto il partito chiede le dimissioni del sindaco.

“Il primo dicembre - spiega Penzo - la maggioranza si è salvata per un soffio: 9 voti contro 8 (tra contrari e astenuti). Un risultato appeso alle assenze, che conferma una cosa ormai evidente, questa maggioranza non ha più i numeri per governare e ogni consiglio è un terno al lotto. Si votavano trasferimenti di risorse legge speciale a progetti considerati di maggior urgenza e alcune variazioni di bilancio omnibus, dentro le quali era stato inserito di tutto: spesa corrente, investimenti, contributi regionali e statali insieme a scelte strategiche senza commissioni, senza confronto e senza i tempi minimi per analizzare nel modo più appropriato gli atti”.

Questo per il Pd, avviene dopo due mesi di blocco sull’attività amministrativa, senza un solo consiglio o una commissione, fermi per non scombinare equilibri a ridosso delle elezioni. E poi c’è il capitolo Fratelli d'Italia. “All’inizio della seduta - spiega Penzo - durante lo spazio delle comunicazioni, il capogruppo di Fdi ha preso la parola per annunciare ufficialmente che il gruppo avrebbe lasciato l'aula e che non avrebbe presenziato ai voti della serata. Non avrebbero espresso né voto favorevole né contrario, semplicemente spariti dall’aula. Una scelta che ha fatto la differenza perché se Fratelli d’Italia fosse rimasto in Consiglio e avesse votato, molto probabilmente la maggioranza sarebbe caduta”. Di fronte a questo scenario ribadisce Penzo “abbiamo fatto ciò che era giusto, abbiamo chiesto, per l'ennesima volta, le dimissioni del sindaco”. “La città - conclude - non merita un governo che regge solo grazie alle assenze e alle fughe strategiche. Abbiamo chiesto alla maggioranza di usare i 20 giorni previsti dalla legge per verificare se esistono ancora le condizioni per governare, richiesta pervenuta nello scorso consiglio dalla stessa maggioranza. Perché una città non può essere amministrata sperando ogni volta nel caso. Quello a cui stiamo assistendo non è un occasionale, ma è il tracollo finale di un’amministrazione che ha perso coesione, credibilità e capacità di governo. E quando non si governa più, si va a casa. Tutto il resto è accanimento politico a danno della città”.

Alessandro Abbadir

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