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FERTILITA'
19.06.2025 - 18:21
I numeri, freddi come solo i dati sanitari sanno essere, raccontano una realtà che tocca da vicino una famiglia italiana su cinque: oltre il 20% delle coppie nel nostro Paese affronta problemi riproduttivi. E per più della metà di queste, la diagnosi è definitiva: infertilità irreversibile. Eppure, è proprio qui che inizia una storia diversa.
"Oggi stimiamo che in Italia oltre il venti per cento delle coppie abbia problemi riproduttivi e, purtroppo, in più della metà di questi casi i problemi sono irreversibili", spiega Amerigo Vitagliano, Specialista in Ginecologia e Ostetricia di Centro di medicina di Mestre. "Questo significa che queste coppie, pur ricercando la gravidanza per due, cinque, anche dieci anni, non riusciranno mai a ottenerla naturalmente, ma potranno farlo solo ricorrendo a gameti femminili e maschili provenienti da donatori esterni alla coppia quindi attraverso tecniche come l'ovodonazione e la seme donazione. L'età media di accesso al nostro centro supera i trentotto anni. Ciò significa che ci troviamo già in una fascia d'età in cui le tecniche, purtroppo, non offrono più risultati ottimali".
Centro di medicina Mestre rappresenta il secondo polo regionale del Veneto per la procreazione medicalmente assistita, affiancando la storica sede di Treviso. Ma dietro le statistiche si nasconde qualcosa di più profondo: un approccio che va oltre la pura tecnica medica.
Grazie alla presenza di personale specializzato in sale operatorie dedicate alla Procreazione Medicalmente Assistita - medici, biologi, ostetriche e infermieri - e laboratori altamente tecnologici, Centro di medicina offre agli specialisti e alle coppie la possibilità di affrontare il ciclo di PMA senza tempi d'attesa. A supporto del team residente opera una segreteria dedicata e un servizio di advisor che informano sul corretto percorso del servizio, oltre al Laboratorio Analisi interno al gruppo, che processa ogni anno oltre 1,7 milioni di esami.
"Il percorso che affrontano le coppie è molto delicato e richiede grande sensibilità", spiega Vincenzo Papes, Amministratore Delegato del Gruppo Centro di medicina. "Questa struttura possiede tutti i requisiti necessari per accogliere le coppie nel loro percorso. I nostri venti anni di esperienza ci permettono di unire la competenza tecnica e medica con la capacità di far sentire le coppie a proprio agio e di garantire il loro benessere".
I risultati parlano chiaro: un tasso di successo dell'85% per le coppie under 35, una percentuale che rappresenta una vera e propria eccellenza nel panorama nazionale. Un dato che si riduce progressivamente con l'avanzare dell'età, riflettendo le limitazioni biologiche che la medicina moderna cerca di superare con tecniche sempre più sofisticate.
"I trentacinque anni rappresentano la soglia che separa una buona fertilità - che comunque nell'essere umano non è mai eccellente - da una fertilità che si compromette progressivamente, anche con i nostri interventi", spiega Francesco Tomei, Responsabile PMA Centro di medicina Mestre. "Sotto i trentacinque anni riusciamo a garantire l'ottantacinque per cento di possibilità di successo nell'avere un bambino. Oltre questa età, purtroppo, questa percentuale non è più raggiungibile".
L'Italia del 2025 racconta una storia paradossale: mai come oggi abbiamo avuto strumenti così avanzati per combattere l'infertilità, eppure l'età media di accesso ai trattamenti continua a salire, superando ormai i 38 anni. Un dato che fotografa perfettamente le contraddizioni della società contemporanea.
Carriere da costruire, stabilità economica da raggiungere, progetti di vita da completare: la genitorialità viene sistematicamente rimandata, mentre l'orologio biologico continua la sua corsa inesorabile. Il risultato? Una generazione di aspiranti genitori che si trova a combattere contro il tempo.
Centro di medicina Mestre offre un percorso completo che si articola su diversi livelli di intervento. Si parte dai rapporti mirati, per passare alle tecniche di primo livello come l'inseminazione intrauterina, fino ad arrivare alle più complesse tecniche di secondo livello come la fecondazione in vitro (FIVET) e l'iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi (ICSI).
Tra le innovazioni più significative spicca la crioconservazione degli ovociti, una tecnica che permette alle donne più giovani di "congelare" la propria fertilità, rimandando la maternità senza rinunciarvi. L'ovodonazione e la seme donazione rappresentano invece l'ultima frontiera per le coppie che hanno superato i limiti biologici dell'età riproduttiva o che presentano problematiche genetiche. Tecniche complesse, che richiedono non solo competenza medica, ma anche un delicato lavoro di supporto psicologico.
"Ogni coppia che entra qui porta con sé una storia unica", sottolineano gli operatori. "Il nostro compito non è solo quello di applicare protocolli medici, ma di accompagnare le persone in un percorso che tocca le corde più profonde dell'esistenza umana".
In un Paese dove il tasso di natalità è crollato dagli oltre 2,7 figli per donna degli anni Sessanta agli attuali 1,2, il ruolo dei centri di procreazione assistita assume una valenza che travalica l'aspetto puramente sanitario. Il 4% delle nuove nascite italiane avviene oggi grazie a queste tecniche: un contributo che, numeri alla mano, rappresenta un vero e proprio presidio demografico.
Il fenomeno della denatalità italiana è oggetto di studi approfonditi. "L'Italia si trova di fronte a una sfida demografica senza precedenti", spiega Maria Letizia Tanturri, Professoressa Associata di Demografia all'Università di Padova e coordinatrice del progetto "CHILDZERO: Behind the childless Boom in Italy" finanziato dalla Fondazione Cariparo. "I cambiamenti sociali, economici e culturali hanno profondamente modificato i comportamenti riproduttivi, con un aumento significativo dell'infecondità sia volontaria che involontaria. La procreazione medicalmente assistita rappresenta oggi una risorsa fondamentale per molte coppie che altrimenti non potrebbero realizzare il proprio progetto genitoriale".
"I dati parlano chiaro", conclude l'Amministratore Delegato con una riflessione che va oltre l'aspetto meramente clinico. "Non stiamo solo curando l'infertilità, stiamo contribuendo concretamente al futuro demografico del Paese. Ogni bambino che nasce grazie ai nostri trattamenti non è solo la realizzazione del sogno di una coppia, ma un piccolo mattone per costruire la società di domani. È una responsabilità che sentiamo fortemente".
Mentre l'Italia invecchia e le culle rimangono sempre più vuote, centri come quello di Mestre rappresentano un presidio di speranza. Non solo per le coppie che varcano le sue porte, ma per un'intera società che ha bisogno di riscoprire il valore della genitorialità.
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