Intervista a Giuseppe Boscolo Palo, presidente del Consorzio di Tutela Radicchio di Chioggia Igp principe d’inverno: “Facciamo squadra”
Giuseppe Boscolo Palo, presidente del Consorzio di Tutela del Radicchio di Chioggia Igp
Il Veneto è famoso per i suoi radicchi, tutti a marchio di qualità Igp, tipicità di spicco del nostro territorio e prodotto di stagione per eccellenza. Il “Radicchio di Chioggia Igp” è un’eccellenza conosciuta anche fuori dai confini nazionali, un prodotto di qualità da promuovere e difendere. Ne parliamo con Giuseppe Boscolo Palo, presidente del Consorzio di Tutela del Radicchio di Chioggia Igp. Quali sono le sfide per i prossimi anni? La sfida principale da qui in avanti è quella di riuscire sempre più a fare squadra, gestendo le criticità legate a restrizioni e chiusure. Le fiere per noi erano un momento di fondamentale importanza per comunicazione; eventi che mantengono la loro efficacia solo se organizzati in presenza. Per citare un esempio, Fruit Logistica 2022, che si doveva tenere a febbraio 2022 a Berlino, è stata posticipata. In ogni caso teniamo duro. Il 17 dicembre si terrà l’edizione 2021 del premio “Radicio de Vero”, iniziativa che premia le tre personalità che si sono distinte nei settori dello sport, economia, sociale e hanno valorizzato il territorio clodiense. Spero che riusciremo ad organizzare anche un pranzo, coinvolgendo ENAIP e Cestari-Righi, che dovrebbero presentare un menu chiaramente a base di radicchio. Nei giorni scorsi, per i produttori raccogliere radicchio era un costo; con le quotazioni che si aggiravano attorno ai 10-15 cent. Ci spiega in parole semplici cosa succede? Spiegare in poche e semplici parole è difficile. Il problema del prezzo così basso è dovuto a molteplici fattori e in linea di massima legato al potere contrattuale tra chi produce (e deve vendere) e chi commercializza (e lo deve acquistare). Ritengo che il produttore in questo momento “paga dazio” perché non è aggregato, associato. In Veneto sono solo il 20% i produttori che in qualche modo hanno fatto squadra. Consideri che se si parla di mele e ci si sposta in Trentino, la percentuale oscilla tra il 95% e il 98% . Ricordiamoci che il Radicchio di Chioggia IGP che finisce nelle tavole delle famiglie è una percentuale bassissima; ed ahimè viene spesso confuso con produzioni da paesi esteri. Dobbiamo aggregarci ed in qualche modo distinguerci.
Radicchio di Chioggia Igp
L’esportazione delle sementi un po in tutto il mondo, in passato, è stata una circostanza positiva a suo modo di vedere? Questa osservazione è legata ad un modo unilaterale di vedere come stanno le cose. Bisogna anche capire alcuni aspetti commerciali e produttivi. E’ vero che a fine secolo scorso, diciamo 25 anni fa, case sementiere hanno iniziato a produrre semi ibridi che hanno visto nel rosso del radicchio un business commerciale. Gli ibridi sono sementi che si possono adattare a climi diversi. Alcuni produttori locali hanno tratto profitto dal vendere il seme, era sicuramente un affare per loro. Sappiamo che poi sono subentrate le multinazionali e adesso di certo il seme non si potrebbe vendere agli stessi prezzi. Insomma un affare per pochi. Se la stessa situazione la guardiamo da un altro punto di vista però, il risultato è stato che di fatto che il radicchio rosso tondo è conosciuto in tutto il mondo. Per questo dobbiamo valorizzare l’IGP (ottenuto solo nel 2008). Questo è il momento buono per superare certi retaggi del passato. I produttori calano, non c’è una gran ricambio generazionale. E’ il momento buono per fare capire la qualità del nostro prodotto. E’ questa un’azione che non può essere fatta da un manipolo di soggetti, dobbiamo fare squadra Passiamo a un tema assai diverso, ma di sicuro interesse. Ci svela quali sono le ricette che più valorizzano il “Radicchio di Chioggia” IGP? Guardi, c’è ancora qualcuno che pensa che il radicchio sia “un’insalata” e che non possa essere utilizzata nelle tavole gourmet. La verità è che può essere utilizzato in molteplici piatti, valorizzando ed esaltando anche altri sapori (assolutamente da provare lasagna di baccalà e Radicchio di Chioggia, ndr). Con il radicchio inoltre ci facciamo le birre, grappe, gli essicati. Quello che è necessario è trasferire l’impegno di valorizzazione a tutto il territorio. Penso al coinvolgimento delle attività stesse di ristorazione del clodiense; che lo dovrebbero proporre maggiormente conferendo la giusta dignità a questa eccellenza locale. Luca Rapacciuolo
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