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Emergenza Idrogeologica. . Treviso ovest 1/4

La guerra dell’acqua si combatte nei campi e negli interventi urgenti

I consorzi di bonifica sfidano la nuova normalità fatta di siccità e alluvioni

La guerra dell’acqua si combatte nei campi e negli interventi urgenti

Federico Zanchin, presidente di Acque Risorgive

Siccità che prosciugano la terra, bombe d'acqua che la sommergono: il cambiamento climatico non è più un'ombra lontana, ma una realtà che i consorzi di bonifica fronteggiano quotidianamente. Le loro trincee non sono fatte di sacchi di sabbia, ma di canali interconnessi, di ingegnose reti idrauliche messe a dura prova da eventi atmosferici sempre più estremi. Un equilibrio delicato tra l'arsura dei campi assetati e la furia delle acque che minacciano case e città.

Per anni, questi enti si sono battuti per garantire l'oro blu all'agricoltura e per tenere a bada le esondazioni. Oggi, però, la partita è cambiata. La consapevolezza è netta, quasi brutale: contrastare gli effetti del cambiamento climatico, nella sua piena portata, è una battaglia persa in partenza. Non si tratta più di respingere l'onda, ma di imparare a navigarla.

"Investire sulla sicurezza idraulica del territorio, garantire agli agricoltori l’acqua per l’irrigazione, porre un’attenzione costante al clima che cambia," afferma con decisione il presidente Acque Risorgive, Federico Zanchin. Il loro mandato si è trasformato in un meticoloso lavoro di adeguamento delle infrastrutture e di rimodulazione dei comportamenti di fronte a una crisi climatica inesorabile.

Ma come si traduce questa filosofia resiliente in azioni concrete sul territorio? La risposta è nella creazione di bacini di accumulo: dighe silenziose pronte a inghiottire l'eccesso idrico nei momenti di piena per poi rilasciarlo gradualmente quando la sete si fa sentire. Un polmone idrico vitale per la sopravvivenza dei campi e la sicurezza dei centri abitati.

Parallelamente a questi interventi strutturali, il Consorzio ha intrapreso una duplice azione di comunicazione, consapevole che la resilienza passa anche attraverso la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini.

Da un lato, l'informazione diventa un'arma di prevenzione. Un'app gratuita irrompe negli smartphone, trasformando ogni cittadino in un osservatore privilegiato del territorio. Dati in tempo reale sui cantieri in corso, livelli idrometrici che pulsano come il battito del fiume, previsioni meteo dettagliate e allerte tempestive in caso di emergenza: la trasparenza si fa strumento di sicurezza.

Dall'altro lato, si semina il futuro nelle aule scolastiche. L'educazione ambientale cessa di essere un vago concetto per farsi esperienza concreta. Migliaia di studenti e insegnanti hanno aperto le porte dei consorzi, scoprendo il complesso lavoro che si cela dietro la gestione dei canali, comprendendo il valore inestimabile dell'acqua. Le mani dei ragazzi hanno toccato la realtà dei corsi d'acqua, hanno scrutato la vita che li anima, interiorizzando l'urgenza di proteggerli.

La sfida è ardua, il cammino irto di incognite. Ma la direzione è tracciata: solo una consapevolezza condivisa, individuale e collettiva, della portata del cambiamento climatico e della necessità di adottare comportamenti resilienti, potrà aiutarci a convivere con un ambiente che ci appare ostile, ma che in fondo sta solo presentando il conto di decenni di abusi.

Sara Busato

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