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EMERGENZA IDRAULICA. CASTELFRANCO 2/4
22.05.2025 - 09:53
Vivere con la costante paura di finire nuovamente sott’acqua, non appena la pioggia si fa più intensa. Sobbalzare per ogni allerta meteo che appare sullo schermo del telefonino. Trascorrere le vacanze con apprensione, consapevoli di essere lontani dalla propria abitazione in caso di emergenza. E nel mentre, ancora nessun riscontro di possibili ristori e risarcimenti, nonostante gli ingenti danni subiti. È questo lo stato d’animo di molti cittadini di Castelfranco, ad un anno dalla prima rovinosa alluvione del 16 maggio dello scorso anno, come testimoniato anche da Alberto Bissacco, che ha subito ingenti danni nelle prime due esondazioni: «L’abitazione dove abitavo e dove risiede tuttora mia madre è posta in via Veronese, tra l’altro non vicinissima al corso dell’Avenale. Nell’alluvione di maggio, abbiamo avuto dei danni da allagamento, ma siamo riusciti a contenere l’acqua. In quella del 25 giugno, invece, l’intero seminterrato, dove si trovavano spazi abitabili con una cucina, un salotto, un bagno, è stato sommerso da oltre mezzo metro d’acqua. In quell’occasione, non ero neanche a Castelfranco e mia mamma era da sola in casa». Eventi che hanno segnato profondamente lo spirito: «Mia mamma ha 87 anni e al minimo maltempo, alla più piccola nuvoletta, è preoccupata e mi chiama per mettere i teli di plastica e le paratie». Anche Alberto fa parte del Coordinamento degli alluvionati, che chiede alle istituzioni azioni più incentrate sul breve periodo: «La risposta all’immediato non possono essere le famose “difese passive”, perché non bastano e perché, come per i sacchetti di sabbia, bisogna andare a recuperarle e poi installarle. Ad oggi però non vediamo nessuna azione concreta per affrontare un'emergenza nell'immediato». (l.s.)
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