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Emergenza Idrogeologica. Vicenza 1/4
22.05.2025 - 12:04
Le immagini delle ricerche dopo la caduta del ponte
Lutto cittadino a Valdagno per due vittime: padre e figlio, a causa del crollo di un ponte.
Impostando questo numero di “Dentro la notizia”, dedicato alla sicurezza idrogeologica e programmato già ad inizio anno, mai avremmo pensato di dover aprire questo speciale rendendo omaggio ad un padre e un figlio (Leone Nardin, 64 anni e Francesco 21 anni) che la malasorte ha strappato alla vita e ai loro affetti proprio in conseguenza di un’ondata di maltempo, avvenuta la sera prima del venerdì santo, che ha provocato numerosi danni in buona parte dell’Alto Vicentino, ma soprattutto è stata la causa della loro morte a seguito del crollo del ponte nei pressi della rotatoria che dà accesso a Valdagno, per chi proviene da Sud. Si erano attardati nei pressi del ponte per chiedere se c’era bisogno d’aiuto e nell’attraversarlo l’improvviso crollo ha trascinato con sé la loro auto nel torrente in piena.
I filmati postati sui social la sera in cui l’auto è scomparsa tra la furia delle acque del torrente Agno, dicono più di mille parole. Nemmeno i più anziani in paese ricordano un episodio di tale portata e violenza che ha provocato, tra l’altro, molte frane in diverse parti del territorio, tanto che quella sera lungo l’asta del torrente che scorre nella Valle dell’Agno, sono stati oltre un centinaio gli interventi dei
La Protezione civile del Veneto, intervenuta sul posto con 15 squadre di volontari, ha evidenziato come si sia trattato della più grossa piena mai avvenuta del torrente Agno: per comprendere la portata dell’evento meteo, basti dire che sono caduti in media oltre 100 mm di pioggia sull’Ovest Vicentino, con picchi a Valli del Pasubio (134 mm) e a Staro (191 mm), su terreni che da lunedì avevano assorbito già 70-120 mm di acqua.
La vallata è stata inoltre colpita in numerose zone anche dalla grandine, ma a subire danni, oltre a Valdagno, sono stati i comuni di Cornedo e Trissino, dove i due sindaci hanno stimato in almeno 3 milioni di euro i danneggiamenti per singolo comune; Brogliano, dove è collassata una parte della pista ciclabile, con danni complessivi sul territorio che ammontano a circa due milioni di euro e perfino Arzignano, con un milione e mezzo di euro; a Recoaro la stima è di almeno 4 milioni di euro, mentre si è registrata la chiusura di numerose vie e perfino della Sp 246 che scende a Valdagno, tutte arterie successivamente riaperte al traffico. Così dicasi per la strada che porta a Campogrosso, pur se a senso unico alternato. Alcune di queste strade dovranno essere riasfaltate. Senza contare, anche in questo caso, le numerose frane. I danni totali complessivi nell’intera area colpita dal maltempo ammontano a quasi 20 milioni di euro.
A salvare la pianura vicentina dall’ennesimo disastro sono stati i bacini di laminazione: Montebello, che cuba 6 milioni di metri cubi d’acqua, Caldogno con i suoi 3,8 e Trissino con 3,5 (che sono stati aperti la sera stessa del 17 aprile) e quello dell’Orolo con 1 milione e mezzo di metri cubi. Veri e propri polmoni che hanno assorbito l’acqua in eccesso impedendo che le ondate di piena mettessero ancora sott’acqua Vicenza e i centri contermini, come già accaduto più volte in passato.
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