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Emergenza Idraulica. Padova Nord 1/3

Da Curtarolo a Limena, lungo il Brenta il territorio mostra tutta la sua fragilità

Il territorio ha pagato un prezzo alto agli allagamenti degli ultimi anni

allagamento

Un allagamento a Vigodarzere

Maggio 2016, maggio 2018, agosto 2022, maggio 2024: è la cruda sequenza dei più gravi episodi di allagamento che hanno interessato Curtarolo e il territorio circostante, con disagi e danni sempre piuttosto importanti nelle zone maggiormente colpite. Ovviamente si tratta di un report parziale e sicuramente incompleto, giusto per dare l’idea della fragilità del territorio lungo il Brenta: Curtarolo, in particolare, paga il tributo più alto all’emergenza idraulica. Lo confermano anche i dati dell’Ispra sul rischio alluvioni che indicano per Curtarolo come almeno il 53% della popolazione, circa 1.400 famiglie e un migliaio di edifici si trovino in arre a marcato rischio di allagamento. E lo stesso vale anche per 288 imprese. A Limena e Vigodarzere i numeri scendono ma ciò non toglie che anche questi due Comuni si trovino a fare i conti, ciclicamente con allagamenti di quartieri e strade. A Limena è ancora vivo il ricordo, ad esempio, del fortunale del maggio 2018 quando a finire sott’acqua fu gran parte della zona industriale e non solo.

In questo decennio, va detto, non sono mancati gli interventi e gli investimenti per rendere più sicuro il territorio, sia da parte dei Comuni interessati che dei Consorzi di Bonifica. La zona a nord di Padova si trova all’incrocio fra tre diversi Consorzi: il Bacchiglione per la parte sud, il Brenta e l’Acque Risorgive. A Curtarolo ancora nel 2016, ad esempio, furono investiti circa 6 milioni di euro per la sicurezza idraulica, di cui un terzo stanziati dal Comune, per il sezionamento del canale Piovego, lo scolo Dalmazia e il canale scolmatore in zona artigianale. I lavori hanno interessato anche via Monte Pasubio, via De’ Menabuoi, via Ca’ Ferri e via Roma.

Ma oltre all’intervento del pubblico c’è la necessità che anche i cittadini facciano la loro parte. Nei mesi scorsi, infatti, il sindaco di Curtarolo Martina Rocchio ha firmato un’ordinanza per la pulizia e la manutenzione di fossi e scoline privati, per garantire appunto la sicurezza pubblica e prevenire il rischio di allagamenti. “Occorre garantire un corretto deflusso e smaltimento delle acque - ha spiegato il sindaco nell’ordinanza - con la realizzazione ed il mantenimento di idonea rete scolante. Inoltre venire adottati tutti gli accorgimenti atti alla limitazione dell'erosione del suolo in particolare per quanto riguarda la coltivazione dei fondi agricoli”. Anche i privati cittadini sono chiamati a fare la loro parte, perché una rete di scolo efficiente garantisce il deflusso dell’acqua, che pertanto non ristagna né tracima in strada. Poiché nel territorio ci sono tanti fossi ostruiti per mancanza di manutenzione da parte dei loro proprietari, l’ordinanza obbliga tutti a eseguire gli interventi. Tutti i proprietari e gestori di terreni oppure di immobili di fronte a strade comunali o di pubblico passaggio e tutti i frontisti sono tenuti a effettuare regolarmente la pulizia di fossi, scoline e canali di scolo. Devono rimuovere materiali, ostacoli e vegetazione, anche quella che viene tagliata, così come tronchi e rami che possano impedire il corretto deflusso delle acque e assicurare il buono stato di manutenzione delle opere idrauliche. Molta attenzione deve essere posta anche a non far crollare il terriccio della sponda del fosso al suo interno, magari lavorando con le macchine agricole fino a pochi centimetri dal ciglio. “Invitiamo tutti a collaborare - conclude il sindaco Rocchio - perché una adeguata manutenzione aiuta a prevenire fenomeni di allagamento, tutela la sicurezza e il benessere della comunità, protegge l’ambiente e le infrastrutture locali.

Anche a Limena non sono mancati gli investimenti per prevenire gli allagamenti e mettere al sicuro famiglie e imprese. Poco più di tre anni fa, è stato risezionato il Rio Porra dalla Strada Provinciale 12 fino allo scarico sul canale Brentella per un tratto di 700 metri. L’intervento è stato eseguito dal Consorzio di Bonifica Brenta che ancora nel 2019 lo aveva inserito nel Piano Nazionale per la Mitigazione del Rischio Idrogeologico.

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