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Sanità
08.03.2025 - 09:08
Un momento del convegno
Nel 2024 solo il 37,4 % delle mamme della Riviera del Brenta, dopo la chiusura del punto nascite dell’ospedale di Dolo, si sono recate all’ospedale di Mirano per far nascere i propri figli. Il dato è emerso nel convegno dal “Riviera del Brenta e sanità, Alcuni aspetti" che si è tenuto nelle scorse settimane in villa Concina a Dolo nella sala "Peppino Impastato". Ad organizzarlo è stato il gruppo politico "Il ponte di Dolo". Hanno partecipato Luigi Calesso responsabile dell'area sanità e sociale di Sinistra Italiana, la consigliera regionale M5s Erika Baldin, il consigliere comunale de "Il ponte di Dolo" Emilio Zen e Andrea Pistore segretario della Lega Spi Riviera del Brenta, Ivan Bernini segretario Fp Cgil Venezia e Francesco Menegazzi segretario Uil Fpl Venezia. C’erano il sindaco di Dolo Gianluigi Naletto e il sindaco di Vigonovo Andrea Martello. Ma ecco i dati nel dettaglio illustrati dal consigliere comunale del gruppo “Il Ponte di Dolo” ed ex assessore Emilio Zen. Su 757 mamme residenti nei 10 Comuni del comprensorio della Riviera del Brenta solo il 37,4 % si è recata a partorire a Mirano, cioè 283 su 757 totali. Il 23,5% sono andate all’ospedale dell’Angelo di Mestre, 178 mamme. La maggior parte di quelle che sono andate all’Angelo provenivano dal Comune di Mira, in particolar modo dalle frazioni di Oriago o Malcontenta. Un altro 35,3 % e quindi 267 mamme sono andate a partorire invece negli ospedali del padovano. In questo caso i Comuni più interessati sarebbero quelli di Stra, Vigonovo, Campolongo Maggiore, Fiesso e Fossò e Campagna Lupia. Il punto nascite di Dolo se fosse stato aperto, ha sottolineato Zen analizzando i dati nel 2024, accogliendo anche solo il 70 %, avrebbe agevolmente superato la soglia dei 500 nati fissata per tenerlo aperto. Nelle vecchie schede il reparto maternità è ancora previsto all’ospedale di Dolo, ma sul fatto che sia riattivato i dubbi restano fortissimi. “L’ospedale dolese - ha detto il sindaco di Dolo Gianluigi Naletto - è fondamentale nel quadro dell’offerta sanitaria metropolitana: dopo quello di Mestre, eroga il più alto numero di prestazioni ambulatoriali, registrando il minor valore di perdita economica in termini di migrazione di pazienti extraregione. Serve potenziare la robotica negli interventi di chirurgia, urologia, ginecologia e magari anche di ototirinolaringoiatria”. Alessandro Abbadir
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