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Emergenza sicurezza. dentro la notizia
23.08.2025 - 16:57
La tenenza dei carabinieri di Dolo
Teatro delle azioni dei gruppi di ragazzini dai 12 ai 17 anni, il centro del paese ma anche edifici pubblici e negozi. Rafforzati i controlli dei carabinieri e della Polizia locale
Recenti studi delle forze dell’ordine e le istituzioni per la giustizia minorile evidenziano come negli ultimi cinque anni nel territorio metropolitano veneziano si registri un diffuso aumento del fenomeno della criminalità minorile. Sono diversi i fattori scatenanti: psicologici, famigliari, sociali ed economici. Si tratta di baby gang che a Dolo hanno dato modo di mettere in mostra nel corso degli anni, azioni davvero preoccupanti con atti vandalici, furti, risse e comportamenti molesti soprattutto nei fine settimana quando il centro si accende per la movida nell’area dell’Isola Bassa dove sono concentrati i maggiori locali della città. Carabinieri e Polizia Locale hanno rafforzato i controlli, con pattuglie dei vigili nelle aree pedonali anche il sabato sera a causa delle tante segnalazioni dei residenti. Nel corso del tempo alcuni di questi ragazzi sono finiti nelle maglie della giustizia minorile per i reati commessi, mentre altri autori di gesti da condannare, come quello di aver vandalizzato un garage di proprietà comunale provocando danni per migliaia di euro, sono stati impegnati in attività sociali di recupero. Il Comune per far fronte ad un fenomeno sempre più preoccupante oltre alla repressione ha messo in campo un’azione di prevenzione.
“L’efficacia della strategia preventiva - spiega il sindaco Gianluigi Naletto - richiede l’impegno di tutti gli attori pubblici, privati e del terzo settore presenti nel territorio, capaci di interagire al fine di concepire iniziative sociali, culturali, sportive, didattiche, parrocchiali, nonché di educazione alla legalità e alla giustizia”. Naletto va nello specifico dell’azione. A Dolo infatti insieme ai servizi sociali, all’Istituto Comprensivo Statale “Tina Anselmi” alla Polizia Locale e alla tenenza dei Carabinieri, è la relazione tra il sindaco e il minore autore di reati ad emergere come buona pratica locale. “Un modello - spiega il sindaco dolese - che sta dando buoni risultati, tutti indirizzati ad un impegno diretto di responsabilità degli stessi minori verso la comunità locale”.
La pratica vede il sindaco direttamente impegnato a ricercare e stabilire un patto di fiducia il giovane coinvolto in reati violenti come risse, percosse e lesioni, atti di disturbo alla quiete pubblica e vandalici. Azioni criminose compiute in gruppi di tre o più ragazzi, di età compresa tra i 12 e i 17 anni. “Nella maggior parte dei casi - conclude Naletto - componenti delle gang sono sia italiani che stranieri, senza una nazionalità prevalente, con esperienze di marginalità, disagio sociale ed economico, in un contesto di generale debolezza della famiglia. Sono attivi nelle ore pomeridiane e serali, durante il fine settimana e soprattutto in estate, quando meno impegnati nelle attività scolastiche. Agiscono quasi sempre per compensare l’assenza o la problematicità dei rapporti con le loro famiglie o con la scuola. Anche il ragazzo di buona famiglia spesso cade nella banda perché spinto a cercare nel gruppo di coetanei “particolari” modelli di riferimento. A preoccupare di più, è l’assenza di ambizioni personali e di obiettivi di vita di questi giovani”.
Alessandro Abbadir
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