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DENTRO LA NOTIZIA. EMERGENZA NATALITÀ

DOLO. “Meno nati? Carenze di manodopera nel commercio, artigianato e servizi”

L’analisi dei dati del sindaco di Dolo Gianluigi Naletto

“Meno nati? Carenze di manodopera nel commercio, artigianato e servizi”

A Dolo nel 1999 i nati si attestavano a circa 300 all’anno, 24 anni dopo, il numero degli stessi si è fermato a 114: un calo di circa il 40%

La demografia è oggi il fattore che maggiormente condiziona il nostro paese, sia sul versante anagrafico, sia su quello economico. Invecchiamento della popolazione e bassa natalità incidono, oramai da diversi decenni, sulla crescita locale e nazionale. Entro il 2043, quasi il 40% delle famiglie sarà composto da una sola persona.

A dirlo è il sindaco di Dolo Gianluigi Naletto, che fa anche altre riflessioni.

«Con un tasso di fecondità di appena 1,18 figli per donna — sottolinea — già a settembre prossimo assisteremo a una perdita di 134 mila studenti. Altri recenti dati Istat evidenziano come entro il 2040 il numero di persone in età lavorativa diminuirà di 5 milioni di lavoratori. Ciò comporterà una riduzione del PIL dell’11%, un impatto sul lavoro da vera emergenza, che registrerà — dieci anni dopo, nel 2050 — un rapporto tra occupati e pensionati di 1 a 1, per non parlare del rapporto anziani-giovani che, senza una inversione di rotta, vedrà nel 2080 quasi certamente 312 anziani ogni 100 giovani».

Dopo questa premessa generale, Naletto analizza i dati della Riviera del Brenta e in particolare del Comune di Dolo, considerato nel comprensorio dei Comuni della Riviera il comune centro dei servizi.

«Già oggi, nella Riviera del Brenta — spiega il sindaco Naletto — si assiste a una carenza di manodopera: si pensi all’artigianato, all’industria, ai servizi alla persona e a molte figure del settore del commercio. Un problema di non facile soluzione, anche a Dolo, dove nel 1999 i nati si attestavano a circa 300 all’anno; 24 anni dopo, il numero degli stessi si è fermato a 114: un calo di circa il 40%. Una situazione che segna lo stato d’allerta dei servizi pubblici alla persona, evidenziando la necessità di un imminente e radicale ripensamento della loro natura e funzione. I servizi sociali comunali sono da tempo impegnati a rivolgere la loro attenzione alle nuove generazioni, con politiche familiari sempre più prioritarie e pesanti nel riparto degli investimenti comunali».

A preoccupare per il loro impatto sul bilancio comunale sono i servizi alla terza e quarta età. A tal proposito, ricorda Naletto, «alcune settimane fa la Ragioneria dello Stato ha lanciato l’allarme: i costi per pensioni, cure mediche e assistenza a lungo termine saliranno nel 2043 al 25% del PIL».

Serve quindi, per Naletto, «una maggiore incisività del governo nazionale, con un aumento di risorse economiche da destinare alla conciliazione tra lavoro e famiglia, non solo nelle grandi imprese, ma anche in quelle più piccole e familiari. L’offerta dei servizi per l’infanzia deve diventare più versatile e diversificata, mutuando anche da altre esperienze virtuose europee».

Insomma, i Comuni cercano di affrontare l’inverno demografico in arrivo con soluzioni e potenziamento dei servizi per le famiglie.

Alessandro Abbadir

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