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Parlano i sindaci: “Condivideremo con Venezia temi importanti”

mun campolongo
mun campolongoI sindaci della Riviera del Brenta sono divisi fra speranze e timori sulla questione della Città Metropolitana. Per alcuni vanno colte le occasioni che il nuovo organismo permette di condividere a livello di area vasta, mente per altri c’è il rischio che la città capoluogo, alla fine detti legge. Ad intervenire con decisione sul tema è il sindaco di Campolongo e presidente della Conferenza dei Sindaci della Riviera, Alessandro Campalto (Pd). “Più che una nuova architettura istituzionale - dice - ai sindaci interessano i reali benefici che ci potranno essere per i territori e i cittadini. In questo senso gli esempi non mancano. Il risparmio immediato derivante dalle spese politiche delle provincie soppresse, è 113 milioni di euro all’anno (solo questo equivale a oltre 11.000 nuovi posti in asili nido italiani), le opportunità sono molteplici. Si pensi alle nuove funzioni gestite in ambito metropolitano. Ad esempio la pianificazione urbanistica e dei trasporti diretta, non più allungata dai tempi burocratici della Regione e dei ministeri, ma gestita in proprio, che da risposte veloci a chi vuole investire su territorio producendo ricchezza e nuovi posti di lavoro. Un altro punto su quale si è concentrata la discussione è la nuova gestione dei servizi pubblici. Se pensiamo che le sovvenzioni regionali, sul quale si regge il trasporto locale, a breve non ci saranno più e gli utenti dovranno pagarsi il biglietto per intero, significa che devono essere reperiti nuovi finanziamenti per garantire questo servizio a migliaia di lavoratori e studenti della provincia. Ecco che la dimensione del polo urbano della Città Metropolitana è l’unico in grado di garantire nuove risorse dall’Unione Europea (che finanzia esclusivamente entità di scala vasta), indispensabili per la sopravvivenza di questi servizi. Tante altre sono le opportunità presentate, e il compito degli amministratori a breve sarà quello di guidare questo processo, riempendo di funzioni e contenuti questa nuova realtà istituzionale moderna ed efficiente”. Per il sindaco di Mira il grillino Alvise Maniero, la Città Metropolitana rischia di essere una costruzione calata dall’alto in cui solo il Comune di Venezia comanda o impone la sua volontà. Fin dall’inizio il Comune di Mira si è fermamente opposto all’entrata del quarto comune per popolazione della provincia, in questa realtà. Unico in tutto il comprensorio, il Comune di Mira perciò si è detto contrario senza alcun dubbio o riserva alla Città Metropolitana. Il sindaco di Camponogara Gianpietro Menin (Pd) invece, rieletto da qualche mese alla guida della sua cittadina, è favorevole a questa nuova realtà istituzionale. ”Il consiglio comunale di Camponogara - spiega Menin - si è espresso nei mesi scorsi, in modo favorevole all’entrata nella Città Metropolitana. Nel parlamentino si è sviluppato un dibattito che ha fatto emergere come questa sia una occasione che non può essere sprecata. Certo il primo sindaco della Città Metropolitana per legge deve essere il sindaco della città capoluogo. Poi però si può lavorare sullo statuto e per questo i sindaci successivi possono anche non essere quelli di Venezia. Con la Città Metropolitana comunque la partecipazione aumenterà. Su questioni come la Romea Commerciale sarebbe stata presa ad esempio, una decisione che poi avrebbe pesato anche a livello nazionale”. Favorevole ma con prudenza alla Città Metropolitana, lo è il sindaco di Campagna Lupia Fabio Livieri (civica di centrodestra), per il quale “volenti o nolenti con questa realtà bisognerà farci i conti appena il sindaco di Venezia sarà eletto. Possiamo però prepararci all’appuntamento con diligenza.Per questo ci stiamo già incontrando con le altre realtà comunali di tutto il comprensorio e della provincia, in modo da presentarci di fronte al nuovo sindaco della città lagunare, chiunque sarà, con una posizione comune su cosa vogliamo da questo nuovo ente. Un ente che deve nascere al più presto a questo punto, visto che il vuoto creato dalla sparizione delle province sta già creando disagi amministrativi fin d’ora”.   di Alessandro Abbadir
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