“Ringrazio il coordinatore provinciale Bartolomeo Amidei che in questi giorni ha riconfermato il mio incarico di coordinatore comunale di Rovigo - trasmetteva Roana alla stampa ormai qualche mese fa -. Pertanto, come da sue disposizioni, sarà mia cura rinnovare, entro breve termine, il gruppo di lavoro, individuando un nuovo esecutivo finalizzato a costituire un team di collaboratori focalizzato sulle scottanti tematiche che riguardano il nostro Comune”. Da qui l’inizio delle tensioni con il primo cittadino Massimo Bergamin che avrebbe organizzato un secondo coordinamento politico, in data giovedì 1 dicembre 2016, in assenza di chi, questo coordinamento, l’aveva veramente richiesto, ovvero Valter Roana e Paolo Avezzù. All’incontro, infatti, sembra che il sindaco abbia invitato Massimo Gasparetto per Forza Italia anziché il coordinatore comunale Valter Roana e Renato Borgato al posto Paolo Avezzù, due dei componenti che avevano richiesto il coordinamento politico. A distanza di mesi, sembrano ormai al punto di non ritorno i rapporti fra il coordinatore comunale di Forza Italia e il sindaco di Rovigo. “Da novembre non ho più avuto un confronto con il sindaco Bergamin - racconta il coordinatore - dopo aver espresso le mie perplessità in merito a una nomina inaspettata, presa senza alcun raffronto con la maggioranza e non rispettando di fatto gli accordi presi prima di diventare sindaco. Bergamin, in qualità di primo cittadino, non è il podestà della città, le scelte vanno condivise e discusse insieme alla propria maggioranza e coalizione”. “Francamente credo ci sia stata una reazione eccessiva da parte del sindaco - è intervenuto anche il coordinatore provinciale Bartolomeo Amidei -, Roana si è sempre dimostrato una persona corretta. Lo scorso novembre ha sollevato una questione del tutto pertinente al ruolo che riveste, in termini costruttivi. Come coordinatore comunale ha evidenziato la mancanza di considerazione da parte del sindaco della propria maggioranza e la situazione poteva essere risolta se ce n’era l’intenzione”. Serena Di Santo
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